Archive for novembre 2007

E’ successo!

venerdì 30 novembre 2007

Allora è possibile stare 150 minuti senza pubblicità.
E’ possibile parlare di poesia in televisione.
E’ possibile avere degli ascolti elevati parlando di cose difficili (ma sono davvero difficili?).
E’ possibile connettersi a intelligenze che non hanno mai pensato ad altro che a sesso – auto – calcio. (E’ successo, ho testimonianze affidabili.)

E’ possibile anche salire e non solo scendere sempre più in basso.

Grazie Roberto Benigni.
Grazie Dante Alighieri.

ilcomiziante

PS: non è la stessa cosa del video di ieri, ma meglio di niente:
Roberto Benigni recita Dante, testi
Benigni al Carcere di Opera recita il V dell’Inferno.

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Pubblicità

ATM e i cellulari

mercoledì 28 novembre 2007

Su ATM, la nostra (?) non-amata Azienda di Trasporti Milanese, ho tanto da dire che non so da dove iniziare.

Parto dall’ultima cazzata trovata: rendere possibili le chiamate dei cellulari in metropolitana. Non avremo più la scusa di essere “sotto” e non poter ricevere chiamate. Forse è la logica conseguenza dell’aver reso i pochi telefoni fissi inutilizzabili. Ora avremo la possibilità si sapere gli affari altrui anche nel caos del vagone della MM. Yauu!

(Altri invece pensano di togliere la possibilità di rompere parlare al telefono durante i viaggi in treno.)

ilcomiziante

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Pubblicità di medicinali

mercoledì 28 novembre 2007

La pubblicità plagia, come dissi.

Prendiamo ad esempio la pubblicità ai medicinali. In questa stagione vanno di moda i medicinali contro i mali di stagione: raffreddore, tosse, mal di gola, influenza. I messaggi veicolati sono contro qualsiasi logica. Se hai il raffreddore o l’influenza prendi “sta pastiglia” e poi… stai a letto che ti passa? NO! Vai a fare vita di società: cinema, cene con amici, lavoro. Così contagi tutti gli altri!! Non ci si ferma per malattia, si gioca al piccolo untore!

Lo spray contro il mal di gola si prende quando serve? No, ovviamente. Si applica tutti i giorni. Così quando ti viene un mal di gola serio i germi sono talmente abituati alle medicine che ci impiegherai il doppio a guarire. E ovviamente, siccome non ci si può certamente fermare per un mal di gola, si infetteranno amici e colleghi. Che ringraziano.

Se hai mal di schiena o un livido ci pensa la crema X o il cerotto Y. E poi via a fare le stesse cose di prima. Come prima. Ma se hai spesso il mal di schiena, vorrà pur dire qualcosa, no? Non è che, se droghi in continuazione il tuo corpo, il problema scompare.

Il meccanismo è sicuro: malattia -> medicina -> fai come se niente fosse. Come la droga: problema -> mi drogo -> il problema non c’è più (fino alla prossima dose). La malattia non è più un segnale del nostro corpo, una pausa di riflessione o di riposo. La malattia non si cura (la cura è un processo, a volte lungo e faticoso), la si elimina semplicemente. Questo è il messaggio della pubblicità dei medicinali.

ilcomiziante

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5 secondi netti

martedì 27 novembre 2007

Ieri sera in TV c’era Padoa Schioppa da Fabio Fazio (Rai 3, Che tempo che fa). Sono riuscito a guardarlo per 5 secondi netti. Poi la pressione si è alzata paurosamente e, avendo una bimba piccola con un udito e una memoria finissimi, non potevo nemmeno lanciare improperi. Ho spento subito.

Cosa stava dicendo per farmi innervosire a quella velocità? Parlava di tagli alla spesa perché di soldi pubblici ce ne son pochi. E quali esempi portava? Polizia, scuola, trasporti…

Spero che qualcuno di voi abbia visto per intero l’intervista. Spero che abbia anche parlato di recuperare i 98 *miliardi* di euro di cui siamo creditori e abbia parlato anche di tagli alla spesa militare. Ma non credo proprio che l’abbia fatto.

Parlare di tagli quando non si riescono a recuperare i crediti (e che crediti!) e si sperperano soldi per uccidere le persone è offensivo.

Non aggiungo altro, che la pressione mi sta salendo ancora.

Aggiornamento:

Ho visto il video dell’intervista. Ho sbagliato: nel contesto il discorso dei tagli aveva un senso. Erano un esempio di cosa si sarebbe tagliato con la diminuzione delle tasse proposta da Silvio.

Rimane il mio tarlo personale: non si è parlato dei 98 miliardi di euro che ci devono, non si è parlato delle spese militari che aumentano. Si è vagamente accennato agli enti inutili e all’evasione fiscale. In effetti non si può cavar sangue dalle rape. Se il programma dell’ulivo è stato disatteso fino ad ora, perché dovrebbe andare meglio oggi?
E Fazio non è certo un conduttore aggressivo, quindi fa poche domande scomode.

ilcomiziante

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Benigni e Dante Alighieri

lunedì 26 novembre 2007

Segnalo:

Roberto Benigni, giovedì 29 novembre 2007, Rai Uno, ore 21.10: ‘Il V dell’Inferno’

Mercoledì 5 dicembre: Roberto Benigni in Tutto Dante, sempre su Rai Uno alle 23.00. E’ probabile che il Tutto Dante prosegua nelle settimane successive. Tenete d’occhio il palinsesto RAI.

Spero che qualcuno abbia l’illuminazione di spostare la cosa dalle 23 alle 21.

ilcomiziante

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Pubblicità

venerdì 23 novembre 2007

Forse un tempo la parola richiamava il concetto di “rendere pubblico”. In qualche modo la pubblicità dovrebbe informare.

Oggi wikipedia dice:
“Con il termine pubblicità si intende quella forma di comunicazione a pagamento, diffusa su iniziativa di operatori economici (attraverso mezzi come la televisione, la radio, i giornali, le affissioni, la posta, Internet), che tende in modo intenzionale e sistematico a influenzare gli atteggiamenti e le scelte degli individui in relazione al consumo di beni e all’utilizzo di servizi.”

In sostanza oggi, tranne rare eccezioni, la pubblicità plagia, non informa. Cerca di rendere appetibile, attraverso i nostri istinti, la nostra psiche e la nostra cultura, cose che altrimenti non lo sarebbero. E il fine di questo lavoro, non è avere una società più giusta o un miglioramento della vita delle persone o qualche altro nobile (seppur discutibile) intento. Il fine è un tornaconto immediato per l’inserzionista.

A volte non è nemmeno necessario invogliare all’acquisto di un prodotto. Basta che sia instillato il comportamento o la falsa necessità: prima o poi il consumatore comprerà anche il mio prodotto.

Per questo motivo penso che la pubblicità sia pericolosa per i bambini, molto più di qualsiasi “storia” di violenza, sesso o altro. Le storie hanno un inizio e una fine, possono essere rielaborate, discusse, condivise, possono essere viste sotto vari livelli, possono anche essere messe in un mondo fittizio che non interferisce con la mia vita normale. Ma la pubblicità no. L’oggetto che viene reclamizzato lo vedo, è lì sullo scaffale. La pubblicità mi dice che io ho bisogno di quella cosa, di quel servizio. Facciamo così cose assurde. Ne parlerò in altri comizi.

ilcomiziante

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Benedizione

mercoledì 21 novembre 2007

Ieri dei ministri del culto cattolici sono passati per la benedizione natalizia. Nei giorni scorsi i volontari della parrocchia avevano appiccicato l’avviso dell’iniziativa con del nastro adesivo sul vetro del portone. Una lettera, non richiesta, avvisava le famiglie che, bontà loro, si poteva rifiutare la visita usando un poco di cortesia. Quella cortesia che è mancata quando si affigge un cartello fuori dagli spazi di affissione, quando si riempie la cassetta della posta con cose non richieste e quando si bussa in momenti poco opportuni (di solito a cena) per cose che non interessano e nulla hanno a che fare con la mia sfera sociale.

Queste persone non si rendono conto che si comportano come i venditori di aspirapolvere, i Testimoni di Geova e altri scocciatori porta a porta. Però loro sono della Chiesa Cattolica. Sono buoni. Benedicono. E ancora non vedono che rendono una cosa bella, la benedizione, una cosa fastidiosa.

La benedizione è una cosa personale, va in qualche modo richiesta. Non si può dare a pioggia.

ilcomiziante.anticlericale

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Essere dinamici

giovedì 15 novembre 2007

“La Società deve soddisfare i requisiti di flessibilità di un modello economico che cambia molto rapidamente.”
“Cercasi giovani dinamici”
“Domani sono a Torino, dopodomani a Roma e ritorno qui Venerdì”

Sono le tipiche frasi del nostro mondo del lavoro. “Essere dinamici” di solito vuol dire essere disposti a viaggiare come una trottola fra i vari clienti e/o essere disposti a fare quasi tutto, dalla pulizia dei cessi all’assunzione di responsabilità di un amministratore delegato (la paga, ovviamente, è quella dell’addetto delle pulizie). Lo spostarsi per il mondo non è solo una peculiarità del lavoro (un pilota di treno non può fare a meno di spostarsi), ma è una necessità dell’azienda per guadagnare di più spendendo meno. In sostanza il problema del profitto non è un problema della “proprietà” dell’azienda (fare prodotti migliori della concorrenza, per esempio), ma viene trasmesso in qualche modo ai dipendenti, attraverso l’organizzazione del lavoro. Se l’economia “è dinamica”, anche i lavoratori lo diventano. Importa a qualcuno se questo comporta maggiore inquinamento o un abbassamento della qualità della vita?

Il punto fondamentale è che non si lavora per un progetto sociale o per produrre cose utili (per vivere meglio, in sostanza), ma si lavora per fare soldi, per avere più potere. Il lavoro, nel nostro mondo occidentale, è uno strumento che non ha più nessun collegamento con l’uomo nella sua interezza.
ilcomiziate

Outsourcing folle

lunedì 12 novembre 2007

Recita Wikipedia:

Outsourcing, parola inglese traducibile letteralmente come “approvvigionamento esterno”, è termine usato in economia per riferirsi genericamente alle pratiche adottate dalle imprese di esternalizzare alcune fasi del processo produttivo, cioè ricorrere ad altre imprese per il loro svolgimento.”

E’ ovvio che, se sono un supermercato, esternalizzo le pulizie del locale. Ma se sono un operatore telefonico, posso esternalizzare un call center o gli informatici che hanno in mano tutta la rete telefonica? Un supermercato potrebbe esternalizzare le cassiere o i magazzinieri? (Ditemi che non lo fanno già!) La ragione dice: NO! Ma nel mondo dell’informatica e della tecnologia esternalizzare è la regola aurea. Ad ogni costo, qualsiasi cosa. (Cisco è solo un esempio http://www.strategy-business.com/press/16635507/19984)

Questa esternalizzazione selvaggia porta due conseguenze: i propri affari li controllano altri, i propri affari sono fatti male. Gia’, perchè con la mania di esternalizzare, nell’Azienda A non c’è piu’ nessuno che controlla cosa fanno le aziende B-Z. Anche i lavori più idioti coinvolgono 10 società diverse, con conseguenti disguidi, ritardi e problemi vari.

Questo sistema alimenta il lavoro precario: alla fine della catena di outsourcing, qualcuno le mani se le deve sporcare. E chi, se non il precario dell’Azienda Z, ultima nella catena della follia? Inoltre disincentiva ogni investimento formativo: la piccola azienda che fa il lavoro non investe mica in formazione (non le conviene) e la grande esternalizza. (Quante volte sono stato nominato Esperto su cose a me oscure!) Poi qualcuno si chiede perché non ci sono tecnici in certi settori. (Cercare su google per credere).

Un’ultima cosa: il lavoratore esterno non ha nessun legame “affettivo” con l’azienda cliente. E’ anche probabile che starà lì solo un giorno, che sia molto lontano da casa e non vedrà riconosciuta la qualità del suo lavoro. E’ possibile dare il meglio in queste condizioni?

ilcomiziante

Candidati all’Ignobel

lunedì 12 novembre 2007

Quale uomo essere umano sano di mente si è mai fatto domande sull’intelligenza delle donne tutte curve e sulla fertilità della donna sculettante?

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/donne-curve/donne-curve/donne-curve.html 

 http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/scienza_e_tecnologia/camminata-sexy/camminata-sexy/camminata-sexy.html

Nessuno.

ilcomiziante