Che poi sarebbe un blog scoperto da pochissimo:
Gli studenti di oggi
di Zar e Profffarte
Dove si dialoga di matematica (e non solo).
Imperdibile per gli interessati o i curiosi dell’argomento.
Che poi sarebbe un blog scoperto da pochissimo:
Gli studenti di oggi
di Zar e Profffarte
Dove si dialoga di matematica (e non solo).
Imperdibile per gli interessati o i curiosi dell’argomento.
Ho scoperto da pochissimo il sito dell’Harvard Business Review Italia. Da quello che ho capito è una rivista in italiano di management (oh yeah!). Sebbene io non ami la materia, ho dato una rapida occhiata al blog, unica parte gratuita del sito. Si parla di come valorizzare le persone, le competenze, le donne, di come fare i capi senza storronare i sottoposti, di sapere senza controllare, di competenze multidisciplinari, di innovazione… Non che sia convinto che tutte queste cose da manager siano oro colato e/o vengano effettivamente praticate, e non posso nemmeno dire di avere esperienze dirette o molti aneddoti da raccontare, ma, insomma, 11 anni di lavoro sono qualcosa e dopo un po’ mi sono chiesto: questi di che pianeta parlano? Da dove vengono?
Dal blog della Harvard Business Review Italia:
Come un aneddoto può aiutarti a dirigere
di Stew Friedman
Ovvero come raccontando storie si possono coinvolgere e motivare i collaboratori.
E’ quello che mi ripete Lacomizietta da quando sa parlare: raccontami una storia e se non la sai raccontala lo stesso. Per mangiare, dormire, svegliarsi, vestirsi, per vivere c’è bisogno di qualcuno che racconti una storia. Del resto la cosa è nota dall’antichità: Sharāzād si è salvata raccontando una storia. La parola fonte di vita: “In principio era il verbo” sta scritto da qualche parte.
Quando nessuno racconta, inizia a inventarle lei, le storie. L’importante è parlare sempre.
Direi che Lacomizietta è pronta per Harvard. Se qualche finanziatore si facesse avanti…
Se vi chiedere perché i grandi giornali non rettificano alcune bufale che ci propinano, ora Repubblica ce lo spiega con questo articolo:
Vita eterna per le bugie soprattutto se “rettificate”
Uno studio dimostra che le rettifiche avvalorano le convinzioni esistenti, anche se palesemente false. Si tratta di un meccanismo mentale di autodeterminazione che condiziona anche le votazioni politiche
di SARA FICOCELLI
Lo fanno per noi, che così non ci fissiamo nel credere ad una notizia falsa. :->
Anni fa uscì una pubblicità che voleva farci credere che frullare yogurt e fragole fosse un’idea originale e geniale. Quella pubblicità, forse, circola ancora oggi. Sfido la stessa azienda a lanciare sul mercato uno yogurt al prosciutto, sapore sicuramente più originale e geniale di yogurt e fragole. Lacomizietta vende la sua idea al costo di un corso di studi ad Harvard. Telefonare ore pasti.
Lorella Zanardo
Il corpo delle donne
Feltrinelli (collana Serie bianca)
Data di Pubblicazione: aprile 2010
ISBN: 9788807171864
Dettagli: p. 204
Prezzo: 13,00 (in sconto in varie librerie on line)
Voto personale: 9/10
(su segnalazione di Giovanna Cosenza)
Ho appena finito di leggere il libro di cui sopra, divagazione ed estensione di un documentario della stessa autrice, uscito circa un anno fa. L’autrice ha condotto una ricerca fra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, assieme a Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù, su come viene utilizzata la figura femminile nei programmi di intrattenimento televisivi italiani. Digiuna di TV da molti anni, la Zanardo è rimasta sconvolta. Corpi finti, troppo truccati e rifatti, corpi umiliati, riprese ginecologiche, espliciti richiami sessuali fuori contesto, donne da tappezzeria. Il tutto mostrato come normale, come punto di riferimento per tutti, grandi e piccini, e soprattutto per tutte. Il tutto senza alternativa di poter vedere altro se non a tarda serata o in qualche canale minore. Questo si sono trovati davanti la Zanardo e i suoi collaboratori.
Come mai nessuno fa niente? Cosa si sta facendo, o si è fatto, per contrastare questa situazione? Quali sono le conseguenza di questo modello di riferimento? Queste visioni ci soddisfano? E’ possibile divertirsi in altro modo? Ai lettori la riflessione.
Critica
Il libro si legge velocemente e con passione, ben scritto, chiaro, esemplificativo, dove si pongono tante domande che stimolano la riflessione personale. Alla dottoressa Zanardo farei due appunti:
1) Non credo che il fuoco del problema sia (solo) “il corpo delle donne”. Io lo vedo come “il corpo degli uomini”, inteso come genere umano e non come maschi. Il corpo delle donne è solo uno dei tanti mezzi usati per un disegno di ampio respiro e le conseguenze non sono solo nei corpi femminili. Se se lo spam ci propone in continuazione pastiglie blu e allungamenti del pene, forse anche i corpi maschili non stanno tanto bene. L’obiettivo è creare un’oligarchia economico culturale e forzare la gran massa delle persone all’apatia e alla rassegnazione. Lo si fa non solo in TV. Lo si fa in politica, in economia. Nessun complotto particolare. E’ quello che succede da molti anni a questa parte in tutto il mondo. C’è sempre qualcuno che si sente più uguale di altri. Oggi la cosa è solo molto più difficile da realizzare e il progetto è più evidente. Consiglio alla Zanardo, se non l’ha ancora fatto, di dare un’occhiata al progetto P2 e alla relazione Anselmi. Troverà piena sintonia fra quello che ha visto e quello che leggerà.
2) Il problema non è il basso livello delle trasmissioni. Il problema è che è proposto come modello di riferimento, come cosa normale e che non ci sono alternative forti a questo modello proposto (almeno in TV). Ognuno è libero di vedere le peggio cose che crede, ma non nella TV pubblica in prima serata o al pomeriggio con i bambini. Il concetto è sottolineato in vari punti, ma io ci avrei dedicato un capitolo. :-) Molto spesso la critica della Zanardo è stata presa come un attacco alla libertà di espressione. Al contrario, quello che propone l’autrice è una maggiore libertà attraverso proposte diverse.
Finisco col segnalare una proposta singolare dell’autrice. Non spegnere la TV, ma accenderla, guardarla e criticarla, protestando con i responsabili dei programmi, con le aziende che comprano pubblicità in questi contenitori di nulla. Perché guardarla e protestare? Beh, leggete e saprete!
Aggiornamento:
Dimenticavo “il corpo delle donne” su You Tube.
Lacomizietta, durante le sua abluzioni serali, crea vere e proprie opere teatrali con pupazzetti (anche immaginari) vari immersi nella vasca da bagno. Ieri abbiamo colto un frammento:
Lei: ppppprrrrr
Lui: Ah! Ma tu fai le puzzette alla fragola!
Lei: Certo, ho fatto una magia!
Frutta, verdura e carne. Se in tavola ci sono le ciliege, in attesa per la fine cena, e in tavola si mangia roast beef e fagiolini, cosa impedisce di mangiare una ciliegia, un fagiolino e un boccone di roast beef in rapida sequenza? Cosa impedisce di reiterare il tutto fino alla sazietà?
Lacomizietta ha un amichetto che frequenta la sua classe d’asilo e che, vicino di casa, incontra spesso ai giardini. A questa età si sparge la voce che i maschi non possono giocare con le femmine, pena il ludibrio collettivo. A Lacomizietta questa tara sociale sta stretta; per lei è molto più importante giocare. Ieri, avendo voglia di fare grandi cose, ma non da sola, prende l’iniziativa:
Figlia: Mat, vuoi giocare con me?
Mat: No, non voglio.
I due fanno per un poco le proprie cose, ma alla fine anche Mat si stufa di giocare da solo.
M: Lacomizietta, posso giocare con te?
F: Ma avevi detto che non volevi…
M: Ma anche adesso non voglio.
E via a giocare!
Apprendo solo oggi della scomparsa di Martin Gardner. Se qualche ragazzo ha superato la paura della matematica o si è divertito con la matematica o ha iniziato, in età adulta, a scrivere di matematica, quasi sicuramente deve ringraziare Martin Gardner. Lascio la parola a chi ha già scritto molto e bene su Martin:
Martin Gardner
di .mau.
Dove potrete trovare anche altri link a ricordi e spigolature sul grande Martin.
La cosa triste, veramente triste, è che La Repubblica e il Corriere della Sera hanno bucato la notizia (e probabilmente molti altri quotidiani a grande tiratura). Questo spiega molto bene gli strafalcioni matematici che scova .mau. sui giornali e dà un’indicazione sull’arretratezza culturale italica. Sapevatevelo.
Aggiornamento:
.mau. si è migliorato su il post.