Da Punto Informatico:
Open non è free, pubblicato non è pubblico
di Ippolita (www.ippolita.net) – Creatività inscatolata o crowdsourcing di massa al servizio del marketing? Libertà di esprimersi o auto-delazione compulsiva? Introduzione ad una analisi critica dei social media
Un estratto:
“La produzione industriale del nulla sotto vuoto spinto doveva crescere, a costo zero e con profitti favolosi per i soliti noti, ma come? […] Ed ecco palesarsi la soluzione a tutti i problemi: riversare online i contenuti degli utenti.”
[…]
“Ma pur essendo immersi in questo mondo tecnologico, vorremmo cercare di prenderne le distanze, per scrivere una sorta di etnografia dei social media. Non di come funzionano (ci sono how-to e manuali per quello), ma del perché siamo in questa situazione e di come influenzarla, iniettando eterogeneità, caos, germi di autonomia. […]
Qualcuno ha qualche idea? Noi qualcuna sì, fateci sapere!”
Da leggere dopo l’articolo di Schneier.
Tag: free, marketing, open, open source, social media
giovedì 6 gennaio 2011 alle 14:18
L’articolo di Schneier almeno era ben scritto… Cento volte meglio Lacomizietta :-))
Ad ogni modo sempre apprezzati tutti gli spunti. Buon anno ciaoo
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giovedì 6 gennaio 2011 alle 15:22
Marco, come ben sai, il mondo anglosassone ha divulgatori che noi neanche ce li sognamo. :-)
Lacomizietta: non so come mai il comitato del Nobel non abbia ancora pensato di darle un premio sulla fiducia. :-)
Buon anno!
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