Archive for febbraio 2011

Questioni di moda

lunedì 28 febbraio 2011

Questa mattina Lacomizietta sfoggia un bellissimo maglione beige.
Figlia: “Non credo mi stia bene questo maglione.”
Papi: “Perché? L’hai messo altre volte e ti sta benissimo!”
F: “Non credo mi stia bene con l’acconciatura.” [Ha detto proprio così: acconciatura. Che oggi era a coda di cavallo.]
P: “E cos’ha l’acconciatura che non va?”
F: “Mi fa la testa troppo tonda. Io voglio avere la testa come le altre bambine.”
P: “Ma cosa stai dicendo?! Sei bellissima! La vuoi a punta, come nella canzoncina della scuola materna?” [dico scherzando]

Lacomizietta sorride.

La cosa non doveva essere di vitale importanza, perché né il maglione né l’acconciatura sono stati cambiati.

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I maschi

lunedì 28 febbraio 2011

Ieri, causa malattia Mami, il bagnetto è stato fatto con la compagnia del Papi. Si è parlato di maschi e in particolare di quei bambini che fanno di tutto per impressionare le bambine.

Figlia: “C’è Nicola (*) che mi chiede di andare a casa sua, ma mi dice che ha dei giochi che fanno molta paura. Io gli ho detto che non ho tanta voglia di andare a casa sua, se ha quei giochi così paurosi.”
Il Papi cerca di capire meglio: “Che giochi ha, che fanno paura?”
F: “Ha un fucile finto che spara dei tappi di sughero! Ma fanno male!”
P: “Nooo, lo avevo anch’io. Non fa male.”
F: “No, Papi, se ti prende quel tappo nella schiena fa male! E poi non è bello avere un fucile in casa!”
P: “Ma l’hai provato? Nel senso: ti hanno sparato addosso i tappi di sughero?”
F: “No, ma te lo dico io che fa male. E poi dice che ha uno squalo grande come un tavolo, che va con le batterie.”
P: “Innocuo anche quello. Probabilmente è fatto per andare in acqua. Su un tavolo non fa nulla.”
F: “Però a me quei giochi fanno paura. Papi, ma perché Nicola fa così?”
P: “E’ tipico dei maschi. Alcuni bimbi, se c’è una bambina che gli piace, pensano di fare colpo su di loro spaventandole, facendole i dispetti o cose simili. Così si sentono più forti, più sicuri di sé e attirano l’attenzione della bambina che gli piace.”
F: “Ma a me questo metodo non piace. Mi piacciono di più i bimbi che mi fanno ridere.”
P: “Ed hai ragione!”
F: “Perché io non ho voglia di andare a casa di Nicola, se ha i giochi paurosi.”
P: “Guarda, è semplice. Basta dirgli che quei giochi non ti interessano. Se tiene veramente a te cambia modo, altrimenti voleva solo sentirsi più forte con qualcuno.”
F: “Ma a me quei giochi fanno paura. E poi non capisce, anche se glielo dico!”
P: “Fa finta di non capire. Basta dirglielo tante volte Ho questo gioco che @#! e tu Non mi interessa. E poi ho questo che @#! e tu Non mi interessa. Al decimo non mi interessa si stufa e passa ad altro, te lo prometto.”
F: “Io preferisco Enrico, che fa ridere ed è più simpatico.”
P: “Anche io penso sia meglio Enrico.”

(*) i nomi dei bambini sono inventati, non hanno corrispondenza nel mondo reale de Lacomizietta.

Idiosincrasie /6

venerdì 25 febbraio 2011

Per indicare entrambi i generi, maschile e femminile, alcun* usano l’asterisco, rendendo il tutto meno leggibile. Altri/e mettono la barra, di poco più accettabile.

Ho capito che vogliono essere politicamente corretti, ma la correttezza non si desume dall’uso degli asterischi o delle barre.

Imbarazzante

mercoledì 23 febbraio 2011

Da unimondo.org:

Italia primo fornitore europeo di armi alla Libia
di Giorgio Beretta

(via peacereporter)

L’indispensabile /5

martedì 22 febbraio 2011

La colonna morbosa di Repubblica.it è un pozzo senza fine di cose indispensabili. Originalissima anche per la posizione, a fianco di qualsiasi tragedia mondiale o nazionale. Ma al lettore non si può negare l’informazione. Se nel mondo accadono cose, il lettore deve sapere. Allora sappiamolo:

Mouse o gps, l’importante che sia transformer
Orologi che misurano la pressione, zainetti con i pannelli solari, tostapane radio: viaggio fra gli strumenti che sanno fare anche “altro”
di TIZIANO TONIUTTI

Ma il meglio è ovviamente alla fine della galleria: la lapide o, per dirlo peggio, la e-tomb.

Ah, ecco!

martedì 22 febbraio 2011

Una possibile esegesi dell’agire del nostro Governo:

Gli affari della Libia in Italia
I soldi libici investiti in aziende italiane, da Unicredit a Fiat a Mediobanca

Case senza libri

lunedì 21 febbraio 2011

Approfitto di questo post per comunicare che la famiglia Comizietti cambierà casa, o per meglio dire, appartamento. Si sposterà di pochi metri, ma aggiungerà una stanza, diversi balconi e un box extra large. Il tutto entro l’estate. Avrete (forse) meno comizi, per un po’.

Ma veniamo alla notizia curiosa. Nel fare questa operazione abbiamo iniziato a notare cose che prima non notavamo. Dovendo spostare una discreta quantità di libri (per me sempre troppo pochi, fino a quando non è ora di spostarli) e rifare tutto l’arredamento per la nuova casa, abbiamo iniziato a notare gli arredamenti altrui. Ebbene, esclusi parenti e vecchi amici, che bene o male sono nelle nostre stesse condizioni, abbiamo visto appartamenti senza libri. Zero. Nisba. Neanche uno. E non solo quello dell’anziana signora che si firma in stampatello, ma anche quello del single e delle coppie con figli. In quest’ultimo caso i libri sono pochissimi, spesso nascosti in qualche armadio: ricettari di cucina, libri di scuola e poco altro.

Non abbiamo notato nessuna relazione con il titolo di studio del proprietario, anche se la casistica, per ora, è davvero limitata.

Devo dire che le stanze senza libreria sono molto più spaziose, ma sono terribilmente vuote e fredde. Una tristezza mi prende al petto quando non vedo neanche una costa da sbirciare. In compenso tutti, con o senza libri, hanno la TV più grande della nostra. Spesso è molto più grande della nostra. Ok, è vero che veniamo da un 14 pollici e siamo saliti fino ad un stratosferico 22 solo questa estate.

Non c’è nulla da fare: il caos, i colori e la polvere che portano quei parallelepipedi di carta danno vita alla casa. La segnano e la personalizzano come nessun mobile sa fare. Una piccola scorsa ai dorsi e i volumi allineati sullo scaffale raccontano di noi: i nostri interessi, dove siamo stati, cosa ci piace, cosa mangiamo, cosa abbiamo studiato. Guardi in che stato sono i libri, come sono disposti e ti sembra quasi di sapere cosa pensano i proprietari e se ti saranno simpatici.

Per fortuna abbiamo trovato un’eccezione. Una bella famiglia con una libreria straboccante di volumi di varie dimensioni: in tedesco, italiano e inglese. Mille colori e mille interessi, alcuni catalogati (lato tedesco della famiglia), altri impilati in qualche maniera che lo spazio era finito (ci piace immaginare il lato italiano). Una famiglia viva, abbiamo pensato noi. E in effetti Lacomizietta e D., la più grande dei figli della famiglia con libreria, sono amicissime. Tanto che quando Lacomizietta incontra D. all’ingresso della scuola, il qui presente Papi diventa trasparente e sparisce agli occhi della figlia. Come è giusto che sia.

Io spero che le vostre case siano piene di libri, di tutti i tipi e ben in disordine. (No, gli e-book non danno lo stesso effetto.)

Trovare le differenze

venerdì 18 febbraio 2011

La fonte, l’ambasciatore Ronald Spogli:

“La mancanza di volontà e l’incapacità dei leader italiani di affrontare i problemi strutturali che affliggono la loro società – un assetto economico non competitivo, la decadenza delle infrastrutture, il debito pubblico che aumenta, la corruzione endemica – continuano a essere fonte di preoccupazione per i suoi partner, e danno l’impressione di un governo inefficiente e debole. Il primo ministro Silvio Berlusconi è involontariamente diventato il simbolo di questo processo.”

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I titoli di Repubblica:

WikiLeaks, l’Italia vista dagli Usa
“Con Berlusconi paese ormai in declino”

WikiLeaks, “Berlusconi danneggia l’Italia”

Aggiornamento: Il Corsera e ilFattoQuotidiano si allineano ai titoli di Repubblica.
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L’unica mia incognita è che nome avrà il prossimo Silvio. Le premesse ci sono tutte.
(Scusate il pessimismo cosmico…)

Due notizie più una

mercoledì 16 febbraio 2011

Tre articoli, due di bit e uno di carta:

da ilpost.it:
Le armi di distruzione di massa erano una bugia
L’ingegnere iracheno il cui racconto fu usato dagli USA confessa al Guardian di avere mentito

Dove si racconta che la storia della armi di distruzione di massa dell’Iraq, tirata fuori per giustificare la guerra contro l’Iraq, era falsa. Lo dice al Guardian chi ha messo in circolazione la notizia: Rafid Ahmed Alwan al-Janabi. Perché lo ha fatto? Perché, secondo lui, non c’era altro modo per terminare la dittatura in Iraq. Dire che c’erano armi di distruzione di massa quando non c’erano, era l’unico modo per convincere gli USA ad iniziare la guerra contro l’Iraq.

Personalmente penso che non solo non era l’unico modo per convincere gli USA, visto che i suoi governanti lo avevano già deciso e aspettavano solo una scusa qualsiasi per iniziare, ma che per liberare l’Iraq esistessero modi meno cruenti.

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da linkiesta (ottimo sito di info on line):
I costi della missione in Libia crescono del 400%
di Marco Sarti

Le missioni militari italiane all’estero sono 33 (!) e ci costeranno 754,3 milioni di euro (!!) per i prossimi 6 mesi (!!!).

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Nel numero di gennaio 2011 di peacereporter (anno 5, numero 1), a pagina 30, vi è questo articolo:

Un esercito a metà
di Luca Marco Comellini
(ex marescallo dell’Areonautica, fondatore del Partito dei Militari)

Dove si racconta che i soldi per la difesa, in Italia, non vengono usati per tutelare le persone in divisa, ma per acquistare costosi macchinari (=armi) che rischieranno di rimanere nei magazzini perché non ci sarà nessuno che li saprà usare o perché non ci saranno soldi per la loro manutenzione. Comellini ci racconta che la cosa è già accaduta nel recentissimo passato; che i militari sono frustrati per come vengono trattati e alcuni di loro si suicidano; che la situazione sta peggiorando velocemente; che il Ministero fa finta di nulla.

Comellini, stanco di fare carne da cannone, come si dice, si è dimesso da militare e ha fondato il PDM. E’ decisamente fuori moda, anzi è un pericoloso rivoluzionario eversivo: crede nei valori della nostra Costituzione, ha elaborato proposte per tutelare la dignità delle persone in divisa, per aumentare la loro efficienza e diminuire i costi per la società. Nel portale del partito si dà risalto a tutte le iniziative politiche che incidono nel settore.

Buona lettura e buona riflessione.

Se ci sei batti un colpo

martedì 15 febbraio 2011

No, dico, ha detto “Dimettiti” anche Bersani (!), persino Ferrero, del Prc (ricordate il Prc?), è finito nelle notizie della giornata, e Lui nulla. Neanche un “Ci penserò.” o un “Mi riservo di valutare correttamente.” Anche un “No comment” a voce sarebbe stato opportuno. Nulla. Anche il sito web del Quirinale tace. Sembra anche che nessuno si aspetti nulla da Lui. Non ho notizia di giornalisti che Lo pressano, che chiedono a gran voce un Suo commento. Come se non ci fosse. Spero vivamente di essere io male informato. Se qualcuno ha Sue notizie, mi scriva un commento. Grazie.