Linkiesta sta pubblicando inchieste sul M5S. Finalmente qualche notizia interessante. In particolare l’intervista a Massimo Bugani, eletto nel comune di Bologna.
Il popolo di Beppe Grillo odia Monti, ma spera che duri
di Paolo Stefanini
L’intervista è da leggere tutta, ma un passaggio è da sottolineare. Dice Bugani:
“[…] Il passaggio al livello nazionale va fatto, ma su come farlo ancora non lo sappiamo. C’è una forte discussione all’interno del Movimento. Il meccanismo della democrazia diretta funziona a meraviglia fino a cento persone (più ovviamente la comunità in rete), ma su base nazionale la democrazia partecipativa è ben difficile, quasi impossibile. […]mi rendo conto che noi critichiamo i partiti per come sono organizzati, ma forse in parte sono arrivati a essere così proprio per risolvere alcuni problemi interni che noi vediamo e viviamo adesso. […]”
L’ammissione è importante. O il M5S diventa un partito o la sua avventura finisce qui. Magari parteciperà in qualche realtà locale, ma non sarà protagonista di nessuna politica nazionale.
Inoltre la relazione del M5S con il personaggio Grillo già oggi è molto ambigua (è il capo spirituale, ma anche no) e problematica (cosa succede a chi non segue le direttive spirituali di Grillo?). Se non sarà risolta rischia di distruggere definitivamente il movimento.
Io prevedo che la cosa non andrà a finire bene. Il M5S è arrivato al capolinea. Le premesse non consentono nessuna evoluzione.
Il punto è: chi riempirà il vuoto lasciato dalla politica tradizionale, visto che non sarà il M5S a farlo?