Archive for luglio 2012

Ma chi l’avrebbe mai detto?

lunedì 30 luglio 2012

Da ZeusNews:
RIAA: il peer to peer incide poco sulla pirateria
In un documento interno dell’azienda si evince che i ”pirati” preferiscono scambiarsi hard disk e chiavette.

Dove si scopre che le persone si scambiano da sempre libri, musica e film. E che da quando è facile copiarli facilmente le persone non scambiano il supporto fisico, ma copiano il contenuto su un altro supporto fisico che poi viene scambiato.

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[film] Cena tra amici

sabato 28 luglio 2012

Titolo originale: Le Prènom
Paese, anno: Francia, Belgio,   2012
Durata: 109 minuti
Genere: Commedia
Regia: Alexandre de La Patellière, Matthieu Delaporte
Soggetto: Matthieu Delaporte
Sceneggiatura: Matthieu Delaporte

Voto personale: 6

Chiarisco subito: il film è stato gradevolissimo e divertente. Il voto basso deriva dal fatto che difficilmente entrerà nella storia del cinema. (Tenendo conto che io mi intendo di cinema come un cane si intende di coltivazione di insalata, potete prendere le misure su quello che dico.)

E’ una commedia divertente e brillante basata sugli equivoci, sul carattere pessimo dei protagonisti, sulle confessioni più intime che escono nel momento sbagliato, sugli scherzi stupidi, sull’amicizia. Il tutto mescolato con sapienza e ritmo; ci sono anche degli spunti di riflessione interessanti, validi forse più per i francesi che per noi. Noi difficilmente ci prendiamo tanto sul serio. Ovvero: vale la pena discutere così tanto per un nome di battesimo? E qui non dico altro per non rovinarvi la sorpresa.

Buona visione.

Con il culo degli altri /5

venerdì 27 luglio 2012

Io di economia non capisco un piffero, però penso di saper seguire un ragionamento che ha una logica, anche non aristotelica.

Allora: c’è il libero mercato, la concorrenza, il capitalismo. Poi c’è chi è bravo a costruire e a vendere auto, perché produce le stesse cose spendendo meno e perché ha trovato nuovi mercati. Poi c’è la Fiat e Marchionne, che dovrebbero essere per il libero mercato e la concorrenza e il capitalismo. Dovrebbero, perché se Marchionne (inteso come rappresentante della Fiat) si lamenta di chi è più bravo di lui e invoca misure protezionistiche forse non è molto per il libero mercato, la concorrenza e il capitalismo. E ci sta, per carità. Ognuno ha l’idea di mercato che vuole. E ci sta anche che quando è ora di pensare ai lavoratori e ai loro salari si invochi il libero mercato e l’europa e il dinamismo del capitalismo e i lavoratori si ritrovino con una lettera di licenziamento o, quando va bene, con la cassa integrazione.

Tutto questo però, a casa mia, non si chiama né capitalismo, né socialismo, né una via di mezzo. Si chiama fare i propri interessi a spese altrui. E non ho nulla da dire anche su questo. Solo bisognerebbe trovare il coraggio di dirlo. Questo sì.

Comunicazione politica – facepalm

mercoledì 25 luglio 2012

Voi quanto tempo ci avete impiegato a creare una casella di mail su un sito qualsiasi che offre questo servizio?

L’amministrazione di Parma non ha solo problemi di IT. Ha anche problemi di comunicazione. Molto gravi.

Da ilPost:
Pizzarotti e le email del comune di Parma

L’indispensabile /18

mercoledì 25 luglio 2012

Un altro segno della fine del mondo imminente: ora anche mia Moglie ha il furbofono ed entrambi abbiamo attivato sulla sim un profilo tariffario che ci consente di navigare in internette a costi ragionevoli.

Ho scoperto cosa fanno le donne in metropolitana che scrivono sul telefono come invasate e guardano il telefono ogni cinque minuti: chattano sui socialcosi. Nella metropolitana milanese il segnale 3G è forte e chiaro.

Ho scoperto che le mail possono raggiungerti anche in bagno. E ora tutti i programmi installati potranno raccontare ai loro creatori cosa faccio durante il giorno. (Non è complottismo: lo chiedono loro all’atto dell’installazione. Leggere per credere.)

Confesso di avere un po’ paura e di vergognarmi per questo passaggio.

Prima di ridurmi così (e non sono lontano), consigliatemi una clinica per disintossicarmi.

La questione di genere nel web 2.0

martedì 24 luglio 2012

Il tema è stato affrontato da un articolo di Camilla Baresani su la 27ora. (Consiglio la lettura dell’articolo prima di continuare.) Prima la Baresani prova a dire che Wikipedia è maschilista, facendo notare che il 91% degli editor è maschio e quindi il 9% è femmina. Poi si ricorda che i contributi sono aperti a tutti senza che a nessuno venga chiesto qualcosa sulla propria situazione personale; quindi passa l’accusa a tutto il web 2.0 “perché sono maschi quelli che l’hanno progettato, perché la figura del nerd e quella del geek sono per definizione maschili, e infine, come dimostrato da recenti statistiche nella rete, perché i maschi creano contenuti mentre le donne acquistano e postano fotografie.” (Come se le fotografie non fossero contenuti, ma non facciamo i puntigliosi.)

Premesso che non sono un utente wikipediano e molte cose mi sono oscure di quel mondo, ho condotto i miei 15 minuti di ricerca e ho scoperto che:
1) all’atto dell’iscrizione come editor di Wikipedia non viene chiesto il sesso.
2) nel profilo si può lasciare il sesso “non specificato”.
3) il tema dei contributi femminili a Wikipedia è stato il tema di apertura di Wikimania 2012.

E nel link appena proposto si apre un mondo: si scopre che la questione dei contributi femminili a Wikipedia è stata affrontata da Mary Gardiner, fondatrice dell’Ada Initiative e non da Wales come detto dalla Baresani. Si scopre che la Gardiner ha detto che le donne contributrici sono il 9% di tutte le edizioni di wikipedia e che quindi, penso io, il 91% o sono uomini o non hanno specificato il sesso. Cosa che ha già più senso, perché è impensabile che il 91% degli editor si prenda la briga di dichiarare il proprio sesso nel profilo. Scopriamo anche che nella versione inglese di wikipedia le donne sono il 10-15%. E qui impariamo che sono stime variabili per le edizioni in varie lingue. Poi sono andato a vadere la situazione della lingua italiana. Non mi sono sforzato molto, ma ho trovato che la top editor è una donna eletta amministratore.

Poi c’è la questione della voce relativa all’abito delle nozze indossato dalla neoduchessa di Cambridge, che ha suscitato una grande discussione sull’opportunità di tenerla o cancellarla. (Questo genere di discussioni, dicono i frequentatori di wikipedia, sono la normale routine dell’enciclopedia on line.) La Baresani trova sconfortante e forse maschilista che questa voce fosse proposta per la cancellazione. Si è dimenticata di dire che uno dei difensori della sua presenza online è proprio quel genere di geek maschilista 2.0 accusato nell’articolo: Wales.

Insomma, cosa ho imparato da questa mini ricerca? Prima di tutto che a giocare con i numeri presi qua e là non è difficile dipingere il quadro che si vuole. Poi che Wikipedia appare un po’ meno maschilista di come ce la voleva presentare la Baresani. Che la presenza sul web del genere femminile è un problema sentito e affrontato e che la situazione probabilmente è meno drammatica di quanto si creda (e forse un filino più complicata da indagare di quanti si pensi). Poi, sicuramente, il web non può far altro che rispecchiare quanto c’è nella nostra società e se la nostra società è maschilista non si può pretendere che il web non lo sia; ma qui ci sono maggiori possibilità di espressione rispetto al mondo là fuori (sempre che abbia senso questa distinzione).

Un ultimo appunto all’articolo: l’idea che ci siano temi “femminili”, come lasciato trasparire dalla Baresani, mi inquieta. Non vorrei mai che Lacomizietta non si occupasse di qualcosa perché “maschile”.

L’articolo è stato commentato non troppo benignamente da mfisk e poi da Galatea.

PS: Chiedo scusa ai lettori per aver usato l’espressione web 2.0, ma non ho potuto evitarlo.

[film] C’era una volta in Anatolia

lunedì 23 luglio 2012

Titolo: C’era una volta in Anatolia
Paese, anno: Turchia, Bosnia, 2011
Durata: 150 min
Genere: drammatico
Regia: Nuri Bilge Ceylan
Sceneggiatura: Nuri Bilge Ceylan, Ebru Ceylan e Ercan Kesal
Montaggio: Bora Gökşingöl e Nuri Bilge Ceylan
Scenografia: Çagri Erdogan e Dilek Yapkuöz Ayaztuna
Premi: Festival di Cannes 2011: Grand Prix Speciale della Giuria

Voto personale: 7

Un’avvertenza doverosa: se il vostro cinema preferito è quello holliwoodiano, dove succedono cose e ci sono finali che lasciano più o meno soddisfatti, allora questo film non è per voi. Il film dura due ore e mezza, è senza colonna sonora e tutto si svolge con tutta calma, senza effetti speciali e inquadrature movimentate.

La storia è semplice e il suo racconto non pregiudica la visione del film: un assassino reo confesso deve condurre la polizia sul luogo dove è stato seppellito il cadavere. Solo che l’assassino non ricorda esattamente il luogo della sepoltura. Era ubriaco, i luoghi sono effettivamente molto simili, la ricerca inizia di sera e continua di notte. O forse l’assassino vuole temporeggiare o prendere in giro la polizia. E questo è il primo tempo. Nel secondo tempo si trova il cadavere e si fa l’autopsia. Fine della storia.

Interessanti invece i temi trattati nel film: la morte e la sua assurdità il tema centrale. Ma anche la famiglia, con i suoi drammi; la politica turca, con il desiderio di entrare in Europa e i problemi dei piccoli comuni; il senso religioso della morale e della vita (Allah è ben presente nel film); la pietà e l’umanità del medico che eseguirà l’autopsia. E’ da notare che questi temi sono tutti visti da un’angolazione maschile. Le donne sono praticamente assenti dal film. Tranne in un caso: il procuratore che segue le indagini e che vaga assieme al commissario di polizia e al medico per le campagne dell’Anatolia alla ricerca del cadavere racconta a quest’ultimo un caso strano: la morte di una donna. E’ questo racconto, in realtà, la portante narrativa del film, quel qualcosa che vi permetterà di stare seduti per due ore e mezza al cinema.

Buona visione.

Garanzia di non fattibilità

venerdì 20 luglio 2012

Da il fattoquotidiano:

Piezonucleare: Scilipoti batte cassa per “l’atomo pulito”. Gli esperti: “Una bufala”
I ricercatori dell’Inrim di Torino chiedono al ministro Profumo di allontanare il presidente Carpinteri, sostenitore della controversa tecnologia energetica. Ma il senatore “responsabile” arriva in suo soccorso e chiede fondi pubblici.
di Elena Ciccarello

Penso che Scilipoti sia una garanzia: un filone di ricerca scientifica da lui appoggiato è sicuramente sterile.

L’indispensabile /17

mercoledì 18 luglio 2012

Le moderne Parche:

Brevettato l’orologio che ti dice quanto ti resta da vivere
da ZeusNews

Inquietante.

Un re sull’albero /2

giovedì 12 luglio 2012

Lacomizietta una di queste mattine guarda fuori dalla finestra ed esclama:

Toh! Il re è guarito!