Bene, ce l’ho fatta. La conferenza era alle 21, io sono arrivato alle 20. Sto parlando della conferenza La storia del bosone di Higgs: dall’ipotesi teorica all’evidenza sperimentale di Marcello Fanti al Planetario di Milano, quella che persi giovedì 7.
Ebbene, anche oggi tutto esaurito con persone fuori. Anche oggi platea molto eterogenea, persino bambini e giovanissima vestita alla Cindy Lauper anni 80.
Argomento difficile e molto ostico, perché le particelle e le sue interazioni nel modello standard non sono proprio facili da spiegare, eppure una rapida carrellata il relatore è riuscita a farcela.
Non entro nei dettagli della conferenza anche perché presto avrete la registrazione audio e le slide pubblicate qui.
Alcune curiosità:
il bosone di Higgs non è stato “visto” direttamente, ma indirettamente dai suoi effetti durante gli esperimenti.
L’LHC ripartirà nel 2015 raddoppiando la sua potenza (14 TeV).
L’LHC costa 1 €/anno a persona, tenendo conto dei paesi che ci collaborano (circa 40)
Per ora del bosone di Higgs non ci facciamo nulla, nella vita di tutti i giorni. Però anche della relatività di Einstein non si sapeva che farsene nel 1915. Ora, senza di essa, non avremmo il GPS nei furbofoni. Forse fra 100 anni potremmo avere la gravità artificiale nelle stazioni orbitanti! Wow!
Il pubblico era attentissimo: a fine conferenza le domande erano tutte molto pertinenti e una è andata anche a commentare le formule proiettate! E no, i buchi neri che inghiottiranno la Terra per gli esperimenti dell’LHC non ci saranno. State tranquilli.
La prossima frontiera è capire qualcosa del 96% dell’Universo: materia ed energia oscura.
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Tag: bosone di Higgs, fisica, planetario, scienza
This entry was posted on sabato 23 novembre 2013 at 0:26 and is filed under recensione. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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martedì 10 dicembre 2013 alle 15:48
Mi sono laureato in fisica circa 15 anni fa. Ho parecchi amici che lavorano al CERN…eppure a volte ho grossi dubbi sulla possibile utilità di scoperte come questa :-)
Ma vedremo (o magari no)
Alex
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martedì 10 dicembre 2013 alle 15:54
Gli effetti pratici, se saranno fortunati, li vedranno i nostri figli. O forse i nostri nipoti.
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