Titolo: Lei (Originale: Her)
Regia, soggetto e sceneggiatura: Spike Jonze
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Montaggio: Jeff Buchanan, Eric Zumbrunnen
Musiche: Arcade Fire
Scenografia: K.K. Barrett
Genere: fantascienza, romantico
Altro: Stati Uniti d’America, Anno 2013, 126 min
Interpreti e personaggi:
Joaquin Phoenix: Theodore Twombly
Amy Adams: Amy
Rooney Mara: Catherine
Direzione del doppiaggio: Alessandro Rossi
(dati da Wikipedia e www.antoniogenna.net per il doppiaggio.)
Voto: 8/10
In un molto prossimo futuro Thedore Twombly lavora presso una compagnia di Los Angeles che scrive lettere personali per conto terzi. Vuoi scrivere alla fidanzata? Non perdere tempo: Theodore la scrive e la spedisce per te. Scritta su carta e in corsivo con la grafia dell’ordinante.
Theodore ha rotto con sua moglie Catherine ed è triste come pochi. Ama ancora la moglie e non riesce ad accettare la fine del rapporto. In questo frangente di debolezza scopre l’uscita di un nuovo sistema operativo, OS 1, che si dichiara la prima intelligenza artificiale in commercio. Lo installa a casa, sceglie il genere femminile per questo OS 1, Samantha, e si innamora di questa IA. Se pensate che avere come fidanzata un sistema operativo intelligente sia facile dovrete ricredervi.
Situazioni imbarazzanti, a volte comiche o tragicomiche, fanno da contrappunto ad una profonda riflessione sentimental-filosofica: cosa vuol dire amare? Perché i rapporti finiscono? Cosa desideriamo realmente da un rapporto di coppia? È vero che il film riprende molti luoghi comuni sulle coppie (ma è vero che una donna vuol sempre essere richiamata dopo il primo appuntamento?), ma in questo caso il termine non dovrebbe essere dispregiativo, ma statistico. (Sì, è vero al 90%.) Il film non delude, non a caso ha vinto numerosi premi sulla sceneggiatura.
Ho letto critiche sul doppiaggio di Micaela Ramazzotti che fa Samantha, la IA. Non le condivido.
Un appunto sulla scenografia. Ottima, con ambienti e oggetti minimali, ma raffinati. Non sono stati usati i Google Glass, probabilmente per problemi di diritti, ma il loro equivalente qui è ancora più minimal. Un auricolare senza fili e un simil-smartphone simile ad una piccola agenda. Solo comandi vocali e gestuali. Nessuna tastiera, sigh! Tutto connesso con internet e il pc di casa. Tutti sono connessi a tutto. Tutti hanno questo auricolare e questa agenda. Tutti parlano da soli al proprio furbofono. Tutti parlano con tutti, ma la solitudine è come quella di una volta se non più profonda. Inquietante.
Tag: fantascienza, film, her, lei
mercoledì 19 agosto 2015 alle 18:00
[…] L’originalità non è il punto forte del film. Si prendono i temi cari a Mary Shelley in Frankenstein, o il moderno Prometeo e li si mescola con quelli del film più recente Lei. […]
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