Archive for settembre 2014

[film] Lucy

lunedì 29 settembre 2014

Titolo: Lucy
Regia e sceneggiatura: Luc Besson
Effetti speciali: Philippe Hubin
Altro: Francia, 2014, fantascienza – azione, direzione del doppiaggio: Rodolfo Bianchi

Attori:
Scarlett Johansson: Lucy
Morgan Freeman: Prof. Samuel Norman
Min-sik Choi: Kang
(Dati da Wikipedia e antoniogenna.net per il doppiaggio)

Voto: 5/10 (per Sarlett, altrimenti siamo sul 4)

Dove dei cattivi coreani hanno sintetizzato una droga capace di attivare il nostro cervello al 100% delle sue potenzialità e una giovane donna di nome Lucy sarà cooptata per puro caso nel trasporto di questa sostanza. Sempre per puro caso Lucy ne assumerà una dose da cavallo, facendo la fine di Obelix con la pozione magica. Succederanno cose, ma nemmeno per un secondo vi passerà per la testa che i cattivi potranno farcela.

Che nervoso! Che nervoso! Che nervoso!

Per scrivere una storia di fantascienza non è necessario sapere di scienza. C’è chi ha scritto capolavori senza nemmeno sapere cos’è un atomo. La fantascienza è un luogo dello spirito, prima di tutto. Tratta di come sarebbe il mondo se, dove dietro quel se ci sono le nostre paure e le nostre speranze, la nostra società, la nostra religione e, perché no, anche la nostra scienza e la nostra tecnologia. Però, se quel se riguarda la scienza e la tecnologia non puoi essere ignorante di scienza e tecnologia. Clarke immaginava ascensori spaziali, ma era capace di stimare le forze coinvolte. Asimov raccontava i salti nell’iperspazio, ma scriveva libri divulgativi di fisica. Luc Besson ipotizza che l’uomo utilizzi solo il 10% delle capacità del nostro cervello e non consulta nemmeno Wikipedia. E quand’anche fosse, che abbiamo un cervello che va al minimo, a pieno regime esso consuma tanta energia quanto Scarlett Johansson a dieta. Per non parlare del modo pifferaio con cui Lucy usa i suoi poteri. Mi trattengo per non rivelarvi nulla.

(Una piccola rivelazione: alla vista della chiavetta USB contenente tutto il sapere dell’Universo, una chiavetta USB nera con le stelline dentro come il monolite di 2001 Odissea nello spazio, ecco, arrivato a quel punto, avrei voluto avere io i super poteri e bruciare tutte le copie del film)

Unico motivo per andare al cinema: Scarlett Johansson. Per chi non è interessato, buona passeggiata!

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L’indispensabile (in trasferta) /57

lunedì 29 settembre 2014

Questa volta il lavoro l’ha fatto Giramenti, ma è un ottimo lavoro e lo propongo anche ai miei 21 lettori:

Gaggiao meravigliao: con le penne, fucile e occhiali.

[ebook] La vista da qui

sabato 27 settembre 2014

Autore: Massimo Mantellini
Titolo: La vista da qui. Appunti per un’internet italiana
Editore: minimum fax
Altro: ISBN ebook: 9788875216245 a 5,99 €, ISBN cartaceo: 9788875215965 a 10,00 €, I ed. agosto 2014, epub 332 KB, saggistica

Voto: 7/10

È un saggio, sì, ma molto leggero, una leggerezza che sta non solo nel modo di scrivere, ma anche nella profondità della trattazione. Come dice Mantellini:

È il resoconto personale di quasi vent’anni di esperienze di rete vista attraverso gli avvenimenti che hanno riguardato me e la mia famiglia quando Internet ha iniziato ad avvolgerci.

Non per questo è meno interessante. Chi, come il sottoscritto, è diventato maggiorenne in rete – nel senso che ci bazzica dal 1996 – molti argomenti e problematiche le ha già incontrate in questi anni e ha avuto modo di rifletterci. In questo caso Mantellini ordina le idee e dà loro una forma compiuta e qualche riferimento bibliografico e storico.

Chi invece si è affacciato da poco di fronte a questo mare – la Rete – o semplicemente non ha mai avuto occasione di ragionarci sopra, questo saggio è un ottimo punto di partenza. (Una copia andrà a NonnoG.)

Alcuni capitoli dovrebbero diventare materia obbligatoria di studio a scuola, come Sul copyright e Sui libri (di carta e di bit)

Due difetti.

Il primo è un minimalismo misto a moralismo che forse aiuta poco a capire. C’è in qualche passaggio. Abbiamo appena finito di ripeterci che la libertà in Rete significa responsabilità nella scelta e accettazione di cose disgustose, seppur legali, sappiamo che le tendenze commerciali limiteranno di molto le nostre libertà, non abbiamo bisogno di questa frase:

gli aspetti oscuri della rete internet esistono e vanno focalizzati, ma sono la parte minore, anche se non di molto.

Semmai ci starebbe un invito alla responsabilità. Quello che facciamo oggi in Rete costruisce la Rete di domani.

L’altro punto per me dolente – ma ribadisco che questo è un problema solo mio – è le citazione dei marchi quando non è assolutamente necessario. Perché citare mele e candele, quando si può tranquillamente dire notebook e ebook reader? C’è un capoverso iniziale che mi ha fatto sentire in uno spot. Volevo smettere di leggere. Poi mi sono fatto coraggio e sono andato avanti. Questa mia sensibilità mi creerà dei problemi seri un giorno.

Buona lettura!

PS: dimenticavo: non comprerò mai più un saggio in forma digitale. Io ho bisogno di stropicciare carta quando penso. E di usare la matita e l’evidenziatore.

Aggiornamento 28/09/2014:

Un capitolo in omaggio dall’editore:

La vista da qui: sulla politica

Aggiornamento 01/10/2014:

Altro capitolo in omaggio dall’editore:

Sul divario digitale

Restiamo nei nostri panni

sabato 27 settembre 2014

Ho provato a scriverlo, un comizio basato su questo articolo, ma mi è venuto contorto e per nulla chiaro. Però ve lo segnalo. È molto interessante. Da Internazionale.it:

Restiamo nei nostri panni
di Oliver Burkeman

Secondo lo psicologo di Yale Paul Bloom, il mondo ha bisogno di un po’ meno empatia. Sì, lo so che suona male, e lo sa anche lui: come ha dichiarato qualche tempo fa alla Boston Review, “è come dichiarare che odiate i gattini”.

(via eDue)

Spaccalo!

sabato 27 settembre 2014

Mi chiedevo perché mai uno dovesse sfasciare un furbofono da 800 € (più o meno) solo per farci vedere che se lo usiamo alla piffero si rompe. Pensavo non ci volesse una laurea in ingegneria per scoprirlo. Pensavo anche ci fosse bisogno di uno psichiatra per il furbo sfasciafurbofoni. Invece ho scoperto che l’ingenuo sono io. Da ilPost:

Il business dei distruggitori di iPhone
di Caitlin Dewey – Washington Post @caitlindewey
I video che su YouTube mostrano con quali modi creativi si può testare la resistenza degli smartphone fruttano un sacco di soldi, racconta il Washington Post

Sculture di Lego

venerdì 26 settembre 2014

Certe cosa non basta pensarle. Bisogna avere anche il coraggio di portarle fino in fondo. Nathan Sawaya l’ha fatto.

Da ilPost:

Arte fatta di LEGO – foto
A Londra inaugura la mostra Art of the brick, con oltre 80 sculture realizzate dall’artista Nathan Sawaya solo coi
mattoncini

Pop-up di Twitter vade retro!

mercoledì 24 settembre 2014

Sono un guardone di Twitter, lo ammetto. Però ogni volta che faccio il voyeur sul profilo di Favio Bolo e LoScorfano, un bel pop-up mi dice che se non mi autentico o mi iscrivo a Twitter sono un pidocchioso parassita.

Se avete installato adblockplus sul vostro browser (c’è per tutti i più famosi), andate su gestione filtri -> filtri personalizzati -> se non c’è nessun gruppo aggiungetelo -> aggiungi filtro -> e ci mettete questo:

https://abs.twimg.com/c/swift/it/*

Chiudete il tutto e vivete felici e guardoni.

Salsicce e libri

martedì 23 settembre 2014

Siamo in un mondo immaginario e io produco salsicce.

Vado dai macellai della mia città e cerco di convincerli a vendere le mie salsicce.

Io le vendo ai macellai a 1 € l’una. In questo euro, per me, c’è il prezzo di produzione e il mio guadagno.

Riesco a convincere 9 macellerie su 10 esistenti nella mia città a vendere le mie salsicce. Sono molto contento, le vendite vanno bene. Solo che la macelleria che non vuole vendere le mie salsicce è molto grossa, è la macelleria Grossa. Da sola potrebbe venderne quanto le altre 9. Solo che io pretendo che le mie salsicce vengano vendute ad almeno 2 € e la macelleria Grossa le vuole vendere a 0,90 €. Ci guadagnerei ancora qualcosa, ma io non ci sto e non la rifornisco. Ma questo cosa mi dà molto fastidio.

Cerco allora di convincere tutti gli allevatori di suini che la macelleria Grossa sta mettendo in grande difficoltà me e tutti loro e faccio partire una campagna contro i suoi prezzi troppo bassi. Dico che la salsiccia non è un oggetto qualunque, è un sano prodotto artigianale che va protetto e giustamente valutato, non si può vendere ad un prezzo qualsiasi. La qualità si paga.

I miei clienti però si chiedono: perché non si apre una macelleria sua ‘sto Comizietto al posto di romperci le rotule? Per caso non gli bastano le 9 macellerie cittadine per vendere i suoi prodotti? Gli economisti si chiedono: ma i costi di produzione della salsiccia del Comizietto sono forse troppo alti? Potrebbero essere abbassati? Gli intellettuali si chiedono: è vero che la salsiccia è un prodotto culturale della nostra cucina o è mera carne insaccata? Nel primo caso che facciamo?

Sostituite salsicce con libri e Comizietto con Hachette. Da PuntoInformatico:

Amazon e Hachette, gli autori si schierano
I libri, denunciano gli autori, non sono prodotti il cui valore corrisponde semplicemente al prezzo: Amazon dovrebbe abbandonare la linea dura
di Claudio Tamburrino

Siete ancora qui? Ok, quella sopra era una provocazione. Ma non troppo. In realtà il libro è un oggetto economico e quindi può essere trattato come una salsiccia o un servizio. È anche un oggetto culturale che dovrebbe seguire altre regole. Però: quando si parla di prezzo di libri si parla di salsicce. Quando si parla di qualità dei libri si parla di cultura. Lo so, è difficile, ma, a meno di togliere i libri dal contesto economico, dovremo parlare di salsicce e di libri.

[ebook] Il profumo dell’Italia in valigia

martedì 23 settembre 2014

Autrice: Cetta De Luca, James Califano
Titolo: Il profumo dell’Italia in valigia
Editore: Alkemia Books
Altro: ISBN: 9788898191208, 19,44 MB, epub, 3,99 €, genere: diario, viaggi e cucina

Avvertenza: questo post è una recensione scherzosa e contiene elementi di fantasia che non hanno nessuna attinenza con la realtà e con il libro recensito.

Dove Mamma Cetta, per non diventare come le protagoniste femminili della telenovela Fiore Calabro, dopo la partenza del proprio figlio Massimo verso l’Australia, si dà alla scrittura di un diario culinario. Massimo, ormai libero dalle ossessioni materne sul cibo, all’insaputa della madre, si dà a festini orgiastici a base di patatine fritte e junk food nei peggiori fast food di Sydney; ha creato sul proprio pc un software che interrompe automaticamente e per sette giorni ogni comunicazione Skype verso l’Italia dopo cinque minuti di conversazione; ha dato in pasto alla madre il suo migliore amico australiano (James Califano) ormai in crisi di astinenza da lasagna e disposto a parlare con qualsiasi mamma, purché non la propria, per imparare a cucinare qualcosa di diverso da una bistecca alla brace.
Cetta e James scriveranno così un simpatico e ironico libello litronico dove racconteranno i propri turbamenti, le stranezze della cucina australiana e dove Cetta proporrà ricette facili e veloci per ogni situazione.

Nel seguito ancora in lavorazione: fra pochi mesi il figlio Massimo, finiti i bagordi nei fast food australiani, tornerà in Italia per le vacanze natalizie e potrà finalmente tornare se stesso con i manicaretti di Mamma Cetta. Finite le vacanze, ritornato in Australia, contatterà segretamente la mamma di James, supplicandola di insegnargli i segreti del ragù bolognese.

LoScorfano reloaded

lunedì 22 settembre 2014

Davide Profumo diceva di se stesso che l’alias Scorfano doveva ricordare le abitudini dell’omonimo pesce: nascondersi nei fondali. C’è riuscito bene, almeno con me. Chi penserebbe di trovarlo qui?

(Ok, è anche colpa mia che snobbo brutalmente tutto ciò che sa di socialcoso e non guardo mai la colonna twitter del Disagiato.)