Archive for giugno 2015

Comizi altrui /1

martedì 30 giugno 2015

Segnalo tre post molto interessanti ripresi da LoScorfano sulla sua rubrica Oblò:

Gli otto miti da sfatare su scuola e digitale
di Paolo Di Stefano

Dove finalmente si dice che i nativi digitali sono una invenzione del markètting.

La quintessenza di una madre
di Loredana Lipperini

Ovvero di quanto sia difficile essere genitori.

La scandalosa idea di abolire la galera
di Andrea Vigani

Un’idea controintuitiva che potrebbe risolverci qualche problema.

Poi Cronache dalla Libreria ci segnala la nuova fantasmagorica iniziativa del neo Sindaco di Venezia:

La lista della vergogna
di Marino Buzzi

Ovvero togliere tutti quei pericolosi libri di storie e favole che possono veicolare la fantomatica teoria gender, ovvero favole con famiglie non tradizionali, qualsiasi cosa voglia dire non tradizionali. Leggendo i link proposti da Marino, L’Internazionale in primis, si ha la sensazione che l’iniziativa sia un fuoco di paglia per far vedere ai propri elettori che si sta facendo sul serio. Però, se qualche insegnante avesse voglia di seguire le indicazioni del Sindaco, i poveri alunni si troverebbero con ben poche cose da leggere e tutte maledettamente noiose:

Il Sindaco Brugnaro e le famiglie naturali delle favole
di Galatea

Aggiornamento sui libri veneziani 11/07/2015:

Qui.

Pubblicità

[libro] I reietti dell’altro pianeta

lunedì 29 giugno 2015

Autore: Ursula Kroeber Le Guin
Titolo: I reietti dell’altro pianeta – Un’ambigua utopia (Orig: The Dispossessed)
Editore: Mondadori
Altro: ISBN: 9788804642497, genere: fantascienza, prezzo: 10,00 €, pagine: 340, traduttore: Riccardo Valla, ediz. Oscar Mondadori – I grandi della fantascienza maggio 2014, prima edizione 1974

Voto: 8/10

Bello, bello veramente. Romanzo non facile e che sicuramente risente del periodo della guerra fredda e delle idee politiche dell’autrice, ma la narrazione e le vicende sanno tenersi fuori dal mondo contemporaneo.

In un futuro remoto, su Thau Ceti, orbitano due pianeti (o un pianeta e la sua luna?) entrambi abitabili dall’uomo, Urras e Anarres. Sul primo, pianeta ricco di acqua e molto simile alla Terra, vive una società anch’essa molto simile alla nostra, con stati liberali e capitalisti, stati socialisti e stati cuscinetto, ricchi e meno ricchi; c’è persino un organo molto simile all’ONU, il Consiglio dei Governi Mondiali, su scala interplanetaria.

Sul secondo, su Anarres, vi è una società giovane, di 150 anni circa, fondata da Odo, una ribelle urrasiana. È una società completamente anarchica, non ci sono leggi o regole, se non quelle auto imposte dagli individui per formare una società in grado di vivere in un pianeta inospitale. Non esiste proprietà privata. Tutti condividono tutto, spontaneamente. Su questo pianeta, che sembra, a prima vista, un piccolo paradiso sociale, vive Shevek, un fisico che ha in mente teorie rivoluzionare riguardanti il tempo. Il problema è che le sue teorie sono troppo rivoluzionare e Shevek, nei suoi studi, è solo. Anarres infatti è culturalmente isolato, non ha scambi con altri pianeti se non limitati scambi con il pianeta gemello. Ma un flebile legame con gli scienziati di Urras scatenerà la serie di eventi che animerà il romanzo. Non vi dico altro, ovviamente.

La narrazione è portata avanti su due linee: la prima racconta il presente di Shevek, la seconda il suo passato, dalla prima infanzia. Le due linee si congiungeranno alla fine, dando un quadro completo della vita di Shevek e dei due mondi.

Molto interessanti le riflessioni sulle due società, quella capitalistica di Urras e quella anarchica di Anarres. La necessità della contaminazione, del confronto, di chi non segue le regole, sembra essere vitale per ogni società, di qualsiasi tipo. E chi si oppone a questi cambiamenti risulta essere conservatore anche in una società apparentemente molto rivoluzionaria come quella anarresiana. Io ho trovato molti collegamenti con la recente lettura di Schneier, Liars and outliers.

Ho trovato interessanti le riflessioni di Shevek (e della narratrice) sulla sua relazione di coppia, perché il romanzo contiene anche una storia d’amore, molto forte, pulita, intensa. È importante partire per la propria missione, per quello che si crede, ed è importante ritornare, dice Shevek, sapendo che sia l’andata sia il ritorno non saranno facili e mai si ritornerà al punto originario. È importante sentire il filo rosso che unisce la coppia, un filo rosso che resiste al tempo e allo spazio. (Poi alcune volte si rompe, ma questa è un’altra storia.)

Unico difetto è la mancanza di elementi alieni nei due mondi. Troppe piante, animali, situazioni e oggetti simili ai nostri, per essere un mondo completamente alieno e lontano nel futuro. Non che la cosa sia determinante, e forse è meglio che non ci siano troppe cose che distraggono dal messaggio principale, ma la cosa si nota.

Il romanzo fa parte di un ciclo, il Ciclo dell’Ecumene; mi darò da fare per ritrovare tutta la saga.

Buona lettura!

Meno biscotti per tutti su wordpress

domenica 28 giugno 2015

Ho scoperto oggi che è possibile, per chi ha un blog su wordpress, fare in modo che i propri visitatori siano meno tracciati dai biscotti markettari. WordPress non fa molta pubblicità alla cosa. Ci penso io.

Autenticatevi nel vostro blog. Andate sull’icona in alto a destra. Andate su impostazioni account e poi ancora su impostazioni account. In fondo alla pagina cliccate su Rimuovi l’adesione a Inspectlet.com e poi sul bottone di opt-out.

La letteratura come servizio e la letteratura illimitata

sabato 27 giugno 2015

La notizia è ormai vecchia, ma è rinnovata da una novità.

Da qualche mese in Italia è possibile accedere a Kindle Unlimited, un servizio di Amazon che consente di leggere molti titoli (oggi sono circa 15.000 in italiano e 800.000 in altre lingue), in formato elettronico, in abbonamento. Si pagano 10 euro al mese e si ha l’accesso ad un discreto catalogo di scelta. Finché si paga, il catalogo è a completa disposizione. Di fatto è una biblioteca a pagamento. Sì, perché al termine del servizio, i libri non sono più leggibili e ritornano ad Amazon, anche se virtualmente.

C’è un limite e un prezzo nascosto da pagare: il limite è che si è obbligati ad usare dispositivi e software di Amazon per usufruire del servizio. Il prezzo nascosto è la nostra riservatezza: ogni nostro dato di lettura (cosa, quando, dove e quanto leggiamo) sarà usato da Amazon per operazioni di marketing. Anche le nostre sottolineature saranno analizzate.

Per le poche migliaia di persone che leggono più di un libro al mese e a cui non dispiace la lettura digitale, questo sistema è molto economico e vantaggioso. Questo è indubbio.

La novità recente invece è che Amazon pagherà gli autori che aderiscono al programma Kindle Unlimited a seconda delle pagine lette dai clienti. Potrete anche avere l’intera biblioteca di Amazon sul vostro Kindle, ma fino a quando quegli ebook non saranno letti l’autore non sarà pagato. Un modo per evitare di pagare tutti in modo forfettario? Forse. Ma questa iniziativa non ha effetti solo sugli autori. Questa iniziativa potrebbe cambiare il modo di scrivere.

Fino ad oggi l’autore ha usato le tecniche per prendere il lettore e tenerlo inchiodato alla pagina scritta fino all’ultima pagina in modo arbitrario. Se il racconto, o il saggio, aveva bisogno di altri ritmi, gli effetti speciali venivano rimandati o erano del tutto assenti. Da domani rischiano di diventare la norma, spazzando via ogni pagina che non sarà più che scoppiettante e appiattendo in questo modo la scrittura. Non ci stupiremo più di nulla, perché tutto sarà veloce e fantasmagorico allo stesso modo. Forse il mio è solo pessimismo.

C’è anche un altro aspetto che ci interesserà molto da vicino e che sto toccando con mano. L’immensa possibilità di lettura che abbiamo oggi a prezzi stracciati, di cui Amazon è solo una possibilità, ci fa perdere la cognizione delle priorità e provoca un calo del desiderio di lettura. Avere tutto a disposizione ci consente di rimandare sine die ogni lettura (tanto è a due click di mouse) e ci mette in grande difficoltà quando si deve scegliere il prossimo libro da leggere. Paradossalmente è la mancanza e la difficoltà di reperimento del libro che ci stimola il desiderio di lettura. Anche solo fare due passi per arrivare in biblioteca o in libreria è un incentivo a scegliere e a desiderare.

Avere tutto a disposizione in breve tempo implica una forma mentis molto diversa da quella attuale. Io, pur avendo desiderato a lungo questa possibilità di scelta, oggi ho qualche difficoltà a viverla in modo positivo, ma la Biblioteca Universale in formato elettronico è dietro l’angolo. I nostri figli sapranno godersela?

[film] Tomorrowland

sabato 27 giugno 2015

Titolo: Tomorrowland – Il mondo di domani (Orig: Tomorrowland)
Regista: Brad Bird
Sceneggiatura: Brad Bird, Damon Lindelof
Effetti speciali: Kelly Coe, Jayme Smith, Brad Zehr
Altro: genere: fantascienza, durata: 130 minuti, USA, direzione del doppiaggio: Fiamma Izzo

Interpreti:
Britt Robertson: Casey Newton
George Clooney: Frank Walker
Hugh Laurie: David Nix
Raffey Cassidy: Athena

(fonte dati: Wikipedia e Antonio Genna per la direzione del doppiaggio.)

Voto: 6

Il racconto inizia nel 1964, quando Frank Walker, inventore bambino, va a presentare la sua nuova invenzione all’Esposizione Mondiale di New York del 1964. È il prototipo di un jet pack, quell’imbragatura che dovrebbe consentire ad un individuo di volare senza ali. Lì incontra Athena, una sua coetanea, e David Nix, apparentemente un selezionatore per l’Esposizione.

Poi la scena si sposta in un futuro prossimo, dove la figlia di un ingegnere della NASA, Casey Newton, è occupata a sabotare il cantiere di smantellamento delle rampe di lancio di Cape Canaveral. Non vuole che il mondo smetta di sognare di andare nello spazio.

Entrambi riceveranno da Athena una spilla molto particolare che consentirà ai due ragazzi di intravvedere un mondo parallelo e avveniristico meraviglioso, il mondo da cui viene Athena, Tomorrowland. Athena spiegherà loro cosa sta succedendo: la Terra e Tomorrowland, guidata da Nix, sono in pericolo e Casey e Frank saranno chiamati a salvare i due mondi.

Molto disneyano, molta fanta e poca scienza, lieto fine e bello il messaggio trasmesso. Alcune esagerazioni nella sceneggiatura che fanno tanto americanata.

Trama non proprio lineare.

Adatto ai ragazzi.

Rientro al lavoro

sabato 27 giugno 2015

Credo ci sia qualcosa di perverso nell’organizzazione del lavoro delle grandi strutture. La vivo sulla mia pelle ogni giorno anche se ho un’esperienza limitata a quanto visto in questi ultimi 16 anni nei dintorni di Milano nelle piccole, medie e grandi aziende; non sono mai stato il pensatore o l’ideatore di simili strutture e processi, non avendo avuto ruoli di responsabilità e organizzazione.

L’ultima mia nuova mansione mi ha lasciato alquanto perplesso, nonostante mi sia stato spiegato che è necessaria ed è molto più importante e delicata di quanto sembri e io ci credo.

In questi giorni il mio ruolo consiste nel fare da interfaccia fra due strutture che non si devono parlare direttamente, per quanto possibile. Di fatto faccio il passacarte, se ci fossero ancora le carte. Ma non posso solo leggere e girare mail. Pur non sapendo nulla dei dettagli sul lavoro svolto dalle due strutture, devo imparare a intuire quando le richieste sono “ragionevoli” e le risposte “giuste”, con “giuste” e “ragionevoli” che si traducono di volta in volta in “politicamente corretto”, “tecnicamente corretto”, “tecnicamente ragionevole” e “costoso il giusto”. Nel caso si devi dalla retta via devo convincere i contraenti a ritornare sui loro passi, tradurre le risposte e le richieste, avvisare megacapi. Devo anche evitare di essere escluso dalle comunicazioni, che ci vuole un attimo a perdere il controllo della situazione.

Siete disorientati? Avete capito poco? Vi chiedete perché queste due strutture non possono parlarsi senza la mia mediazione? Ecco, allora siete nei miei panni.

E questa non è nemmeno la cosa più brutta e strana che mi è capitata, perché essere pagati per fare il segnaposto senza aver nulla da fare – senza che la cosa turbi nessuno, sia detto per chiarezza – è peggio e lasciare all’improvviso lavori ormai avviati non è una bella sensazione. Sembra anche che questa cosa sia considerata di più alto profilo, anche se a me non sembra proprio. Forse sono troppo abituato ad avere il ruolo di quello che mette le mani dentro il motore con il cacciavite e si sporca le mani di grasso, o forse dovrei dire di byte, perché il cacciavite ogni tanto in mano l’ho davvero. Il mio spirito, attualmente, è “Vediamo dove porta questa strada”, ma ad oggi la cosa mi pare parecchio strana.

Interessi economici e organizzativi, giochi di potere, controllo, psicologia. Questi sono gli ingredienti del mondo del lavoro che vedo intorno a me, dove le competenze tecniche hanno un ruolo sempre più marginale, almeno nel mio campo, dove le novità sono giornaliere e il tempo per assorbirle e farle proprie è sempre ridotto al minimo. Con marginale intendo che sono date per scontate, facilmente acquisibili e intercambiabili, anche quando non è vero. Il filmato dell’esperto è esplicativo.

In questo mondo si rischia di perdere il senso delle cose, di lavorare il doppio per raggiungere anche piccoli obiettivi, di vedere le proprie conoscenze – tecniche, ça va sans dire – inutilizzate.

Io non so se è possibile fare meglio, se in altri posti si faccia meglio, se forse un giorno le cose mi appariranno sotto un’altra luce. Oggi sento che così è e un poco ne soffro.

Ilcomizietto sta zitto per un po’

mercoledì 3 giugno 2015

Cari lettori,

come ogni anno il sottoscritto si mette in modalità sola lettura sull’internètte e il blog va in letargo per qualche giorno.

Da venerdì i commenti saranno messi in moderazione.

Riprenderò la piena attività a fine giugno.

Che ridere! /2

martedì 2 giugno 2015

No, in realtà non fa ridere.

Il cluster della discordia
di Beatrice Mautino

Dove si parla del Cluster del Riso e dove trovo un ulteriore motivo per non andare a visitare l’EXPO 2015.

Cookie, un secondo comizio

lunedì 1 giugno 2015

Stavo pensando a questo mirabolante provvedimento che obbliga a visualizzare l’informativa sui cookie.

Chi non si è mai occupato dei cookie sul proprio dispositivo dirà di sì ad ogni informativa senza leggere nulla per non essere continuamente disturbato da papiri in legalese. Avrà il pc pieno zeppo di biscotti e vivrà ignaro, felice e tracciato.

Chi già prima si difendeva dai biscotti avvelenati (leggi: li cancellava periodicamente e aveva filtri appositi) dovrà trovare il modo per non essere continuamente annoiato con questi inutili pop-up di avvertimento. E quindi queste informative non saranno utili nemmeno a questo gruppo.

Il resto del mondo, diciamo i 4/5, continuerà a creare siti con tutte le tecniche traccianti possibili e immaginabili senza avvertire nessuno, con buona pace del Garante nostrano.

Poi, nel caso questa storia dei cookie dovesse risultare ingombrante per i siti europei, prevedo che molto presto avremo delle soluzioni tecnologiche alternative (eDue, nel precedente post, ne indicava una per gli acquisti) che sfuggiranno alla normativa attuale e saranno molto più insidiose, precise e invasive.

Insomma, questo provvedimento mi sembra un successone. Ma chi l’ha ideato?

Aggiornamento: come non detto. La tecnologia anti normativa c’è già. Qui. (Attenzione: è un sito di test che vi installerà cookie difficili da rimuovere. Vi sarà comunque data la possibilità di rimuoverli.) Funziona alla grande; è browser indipendente. Vi identificano il pc, in pratica.

Come difendersi dai cookie

lunedì 1 giugno 2015

Sta impazzendo in questi giorni la follia delle “informative cookie” che tutti i siti italiani devono apporre per informare sull’uso che viene fatto di queste piccole stringhe di testo che vengono scritte sui nostri pc durante la navigazione web.

Le intenzioni sono ottime, perché i cookie possono letteralmente fare la nostra fotografia, informando molte aziende sulle nostre abitudini di navigazione e di acquisto. La soluzione trovata dal Garante della Privacy, invece, lascia molto a desiderare. Primo perché l’intervento del Garante della Privacy riguarda i siti “italiani” e non si capisce se per italiani si intende “server sul suolo italico” o “proprietari del dominio italiani” o “gestori italiani di domini e server esteri”. Quando server, gestori e proprietari del dominio sono sparsi in tutto il pianeta che si fa? Qualcuno saprà sicuramente la risposta, ma non io. Ma c’è dell’altro: i metodi di tracciamento oggi sono molto sofisticati e non si limitano ai semplici cookie. Ci sono i Canvas Fingerprinting, gli Evercookie, i Zombie Cookie, gli HTTPEtag e chissà cos’altro. Tutti possono essere usati da siti che non hanno nessun obbligo di informare chicchessia e non sono facili da togliere o rilevare.

Non vi annoio oltre, anche perché mi sto aggiornando in questi giorni sul tema e non ne so molto di più.

Mi soffermo su un dato di fatto: senza i cookie non sarebbe possibile navigare sul web. Non si potrebbero fare acquisti, non ci si potrebbe autenticare nei servizi di webmail, social network eccetera. Molti siti, se si rifiutano i cookie, non sono nemmeno visibili correttamente. [edit: v. commenti per le precisazioni.] La conclusione è semplice: se non volete i cookie datevi alla cucina e fate una torta. Oppure leggete un libro o un giornale, ma rigorosamente di carta e comprato in un negozio non virtuale.

Detto questo, è possibile cancellare i cookie quando più ci aggrada. Su Firefox, come su ogni browser che si rispetti, è possibile cancellare i cookie alla sua chiusura:

Strumenti -> Opzioni -> Privacy -> Cronologia -> Impostazioni cronologia: Utilizza impostazioni personalizzate -> Accetta i cookie dai siti:

Accetta i cookie di terze parti: Sempre
Conservali fino: Alla chiusura di Firefox

Basta chiudere Firefox e tutti i cookie se ne vanno. Be’, non tutti. Quelli cattivi di cui sopra sono più resistenti.

Per chi già mastica la materia e distingue un plugin di un browser da un programma o sa come configurare il proprio browser (praticamente è un hacker), ho predisposto un post di condivisione della conoscenza su frenf.it. In pratica lì si segnalano plugin, configurazioni e software per navigare senza pubblicità, tracciamenti, pop up e biscottini impertinenti o per fare pulizia post navigazione.

Come navigare senza essere tracciati.

Per approfondire l’aspetto leguleio, sempre su frenf.it, ci sono spunti di riflessione qui:

La normativa sui biscotti.

Ringrazio senape, illogico, fabs e gli altri frenfamici per i suggerimenti e gli avvisi. Paolo Attivissimo per aver segnalato uBlock.

Aggiornamento 03/06/2015::

Arenzulla vi dà una mano a gestire i cookie di altri browser.

Come eliminare i cookie