Autore: Frédéric Dard (Le inchieste del commissario Sanantonio della polizia parigina)
Titolo: Mangia e taci (Mange et tais-toi)
Editore: Editoriale Erre
Altro: I ed. 1966; Questa ed. 1982; Traduzione di Bruno Just Lazzari
Di Sanantonio avevo già scritto nel 2014 e c’è ben poco da aggiungere. Ho riletto per l’ennesima volta questo libercolo perché costretto a una lunga attesa in una fila e questa è un’annotazione di cronaca personale.
Approfitto allora per fare una piccola riflessione sulla lettura, che in questi giorni sono uscite le statistiche ISTAT sui lettori e l’editoria nel 2016.
Quest’anno ho letto 20 libri, più o meno impegnativi, più o meno lunghi. Sono a pieno titolo nei lettori forti, faccio parte di una piccola minoranza (il 14,% dei lettori, il 5,7% della popolazione), detengo in casa più di 400 volumi cartacei (anche qui sono in minoranza: 7,3% delle famiglie italiane.). Questa minoranza io la frequento: volevo vantarmi con un collega del mio anno di lettura, solo che lui era a quota 23; sul socialino non ne parliamo: figuro fra gli analfabeti; tocco con mano quel concetto sociologico (e psicologico) di essere in una bolla: quelli attorno a me sono miei simili. Ma questa bolla è sempre più chiusa, a giudicare dalla statistica che dà i lettori in calo rispetto al 2015. (Si legge di più se chi ci sta attorno legge.)
Cosa spinge una persona a leggere? Non certo per imparare qualcosa (l’ISTAT ci tiene a specificare che i libri letti non devono essere per studio o lavoro), anche perché spesso, io per primo, dimentichiamo il 90% di quanto letto. Per curiosità, sicuramente, per vedere questo mondo da un altro punto di vista e per questo va bene anche Sanantonio, Fabio Volo, e tutti gli scrittori più o meno bravi o criticati. Il tempo per la lettura è un tempo dedicato a noi stessi, alla nostra anima, all’incontro col caso, una coltivazione della serenditpità. Se da un lato i programmi per incentivare la lettura latitano (Gli italiani leggono poco e la scuola potrebbe fare di più di C. Raimo), dall’altro siamo sempre più educati a distrarci, attraverso le chat di messaggistica e piattaforme che prediligono l’istantaneità e la volatilità della comunicazione. La congiuntura economica è probabile che non aiuti, che quando si è preoccupati per il proprio futuro si ha ben poca voglia di leggere.
È utile avere una popolazione che legge di più? Penso di sì, ma non credo che sia un’utilità misurabile. Non credo che i lettori siano detentori di contenuti ideali migliori di altri. Penso invece che i lettori abbiano una maggiore capacità di affrontare la complessità del mondo, o almeno di trovare un angolo in cui rifugiarsi dal turbine dei cambiamenti. In un certo senso, penso che un lettore stia meglio di un non lettore, o almeno così mi piace credere, così mi sento io.
Speriamo che il 2018 porti qualche lettore in più. Buon anno!
Tag: Frédéric Dard, istat, lettura, libro, recensione, Sanantonio
lunedì 1 gennaio 2018 alle 8:47
Io non riesco più a trovare il tempo:
https://edue.wordpress.com/letture/
e questo mi manca davvero molto.
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