Durante le elezioni ci siamo accorti che il coraggioso programma della lista PBC trovava in alcuni interlocutori delle singolari resistenze che riassumiamo in atteggiamenti:
1) sarebbe bello, ma non è possibile. Non è possibile perché non avete speranza di prendere i voti necessari; non è possibile perché queste idee innovative possono passare solo attraverso gli attuali partiti; non è possibile perché la gente è pigra e non vuole cambiare.
2) non va poi così male. Mettiamo in questa categoria quelli che negano l’attuale situazione, che in determinati campi è decisamente allarmante: se Silvio è dove è, non è possible che sia stato condannato per qualche reato; se gli inceneritori li hanno fatti, non è possibile che facciano male.
3) E’ tutto un magna magna. La politica è una cosa sporca e facendola ci si sporca.
Gli atteggiamenti sopra descritti sono comuni e nascono, nei discorsi politici fra amici e conoscenti, appena si prova a dire qualcosa di diverso dall’opinione dominante.
Questi atteggiamenti possono essere delle
barriere invalicabili quando si tratta di introdurre idee innovative in politica. Il primo atteggiamento è alimentato da un sentimento di
impotenza (siamo troppo piccoli per cambiare le cose), il secondo è alimentato dalla
paura (caspita! se è proprio vero che ci fregano così tanto è terribile!) e il terzo è alimentato dalla
rassegnazione (l’uomo è per natura malvagio). Sono tutti
naturali sentimenti di
difesa.Detto questo pensiamo che sia necessario pensare bene la strategia comunicativa delle forze politiche più innovatrici.
Proporre un cambiamento, anche radicale,
suscita naturalmente un sentimento di difesa. Mettere l’accento su quanto non va nella realtà che ci circonda – che è anche il naturale motore del cambiamento – può rivelarsi un boomerang. Ci abbiamo pensato su e ci sono venuti in mente dei possibili suggerimenti per aspiranti rivoluzionari:
1) essere precisi e chiari. L’ambiguità o la poca chiarezza impedisco di capire ciò di cui si sta parlando e fa alzare subito le difese. Circoscrivere l’argomento di discussione, evitare di divagare, essere brevi, sono cose essenziali per essere ascoltati. Da evitare come la peste la trappola delle provocazione.
2) mettere l’accento sui vantaggi della proposta e non sul perché è necessaria. Che il mondo non sia il migliore dei mondi possibili, e ciò vi ha fatto venire idee nuove per cambiarlo, non interessa molto al vostro interlocutore. Perlomeno non al “primo appuntamento”. :-) Illustrare tutti i vantaggi che la vostra nuova proposta potrebbe portare, vi farà guadagnare attenzione e ascolto da parte del vostro pubblico.
3) parla con i tuoi vicini. Proporre una idea politica a chi conosci è più facile che proporla a chi non conosci. Se sarete convincenti la catena di contatti potrebbe continuare.
4) Essere diversi è bello. Essere troppo diversi potrebbe esserlo meno. Noi uomini siamo animali sociali e stare in bel gruppo numeroso ci fa molto piacere. Chi parte da zero, senza nessun appoggio, come la lista PBC, parte svantaggiato. Bisogna essere pazienti. Evidenziare esperienze positive di crescita può diminuire la paura di far parte di una élite di svitati.
5) le critiche e le contraddizioni vanno prese per quel che sono e affrontate alla luce del sole. I vostri antagonisti politici non vedranno l’ora di amplificare ogni pagliuzza nei vostri occhi per delegittimare tutto quello che dite e fate. Essere coscienti dei limiti della vostra proposta è una risorsa per rispondere adeguatamente a queste obiezioni. Se poi potete presentare un metodo per risolverle (incontri pubblici, riunioni, conferenze, blog o che altro) siete degli eroi. :-)
Commenti e ulteriori riflessioni sono ben accetti.
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