C’è ancora chi non conosce questo tipo di truffa:
Storia crudele di un amore tradito in Rete
di Paolo Attivissimo
Ora la conoscete anche voi quattro lettori.
C’è ancora chi non conosce questo tipo di truffa:
Storia crudele di un amore tradito in Rete
di Paolo Attivissimo
Ora la conoscete anche voi quattro lettori.
Da PuntoInformatico:
Spiccioli di Cassandra/ La saggezza dell’innocenza
di M. Calamari – Un nativo digitale di seconda generazione che si nega all’obbiettivo fotografico per timore di vedersi pubblicato su Facebook è una speranza per il futuro. Un futuro in cui la Rete innerverà sempre più la vita quotidiana
Semplice: 14.000.000.000€/450.000.000=31,11€
Sinceramente non ho mai capito perché il fisco voglia sapere il mio sesso tanto da inserirlo nel codice fiscale. Qui in Italia, ancora, non si pagano tasse diverse a seconda del sesso, vero? Però è così.
Capisco, per esempio, che alcuni servizi web abbiano bisogno di sapere il mio sesso. Se mi iscrivo ad un sito di incontri, mi sembra il minimo, che i nostri incontri sono spesso decisi in base al sesso. Un servizio come Facebook, invece, non è affatto interessato alla nostra identità di genere se non per il fatto che usa i nostri dati per fare affari e il nostro sesso influenza i nostri acquisti. Idem tutti gli altri servizi gratuiti on line.
Negli ultimi anni l’identità di genere ha subito una singolare, quanto necessaria, evoluzione. Siamo esseri sempre più distanti dalla nostra fisicità, siamo prima di tutto esseri culturali e i due sessi biologici che madre natura ci ha fornito ci stanno decisamente stretti. Abbiamo creato una serie di categorie che cercano di esprimere l’estrema variabilità della nostra cultura e dei nostri sentimenti. Dopo anni di costrizione, di M e F, ci siamo sbizzarriti nella creazione di nuove categorie. Il fisco, per ora, si limita a due sole scelte, che, salvo rare eccezioni, corrispondono al sesso biologico. Facebook, invece, segue il dio denaro e la nostra cultura di genere è molto utile per profilare i nostri acquisti. A volte, però, si esagera. Sinceramente non capisco chi ha preso in giro chi e non so nemmeno quanto sia utile questa granularità nella definizione della nostra identità di genere. Da ilPost:
Facebook e l’identità di genere
Il social network ha aggiunto oltre 50 nuove opzioni oltre alle tradizionali “uomo” o “donna”, ricevendo molti apprezzamenti dalla comunità LGBT
(via .mau.)
Pensavo che fosse già così. Non ho voglia di rileggermi i termini di wordpress che ho sottoscritto per aprire questo blog, ma non credo di essere molto lontano dai nuovi termini di facebook.
Da ZeusNews:
Facebook: possiamo rivendere i dati degli utenti
Le nuove norme sulla privacy lo dicono chiaramente: chi si iscrive accetta che le sue informazioni personali – foto e dati – siano usate dagli inserzionisti per fini pubblicitari.
Dell’esistenza dei cattivi sappiamo dalla notte dei tempi, da Caino in poi. Che i cattivi, spesso, non siano persone particolarmente argute, sappiamo anche questo. (Caino che vuol fare fesso Dio… Si può essere più idioti?)
Ma ai tempi di Adamo ed Eva non c’era ancora Facebook. Dio si è distratto, l’uomo ha creato FB e i cattivi non vogliono farsi mancare nulla:
L’uomo fa in tempo anche a lasciare un epitaffio sul web
Usa: rapisce una donna e la stupra e aggiorna il profilo Facebook : poi la polizia lo uccide
Eric L. Ramsey commette una serie di reati ma pur inseguito dagli agenti non rinuncia a connettersi al social network
Dio! Era solo una mela! Siamo già in una valle di lacrime, come abbiamo peggiorato la nostra situazione meritandoci Facebook?
Aggiornamento:
Chiedo venia! La fretta mi ha fatto dimenticare l’altro pezzo, sempre sul Corriere:
Una fidanzata (virtuale) su Facebook
La brasiliana Namoro crea falsi profili a pagamento per single utilizzando i dati e le foto di ragazze reali
Avvertenza: queste sono solo emozioni personali. Nessun dato oggettivo.
Lo so che la mia attuale sensazione di fiducia in Opera non ha quasi nessuna base oggettiva. Detto in altri termini, anche il browser Opera tende a farsi troppo gli affari miei. Però al browser Opera sono molto affezionato, dal 1996 o giù di lì. Però la notizia che Facebook voglia comprarsi Opera mi inquieta non poco. Ho la sensazione che Fb sia molto più invasivo di altri.
Per un abitudinario come me, cambiare browser sarebbe una gran fatica.
Facebook mi fa venire l’orticaria. E anche gli altri socialcosi, tipo linkedin.
(Questo non esclude che io cambi idea. Ma sicuramente la cosa non accadrà nell’immediato futuro.)
Penso che raramente le risposte siano importanti. Sono molto più importanti le domande. E Calamari se ne fa una interessante:
Cassandra Crossing/ Facebook e la bolla
di M. Calamari – Come si valuta un social network? Economicamente, si intende. E, soprattutto, come si fa a schivare un’altra bolla dot.com? Sempre che ci sia, la bolla: e se questa volta fosse tutto (spaventosamente) più reale?
Ovvero: se Facebook vale 50miliardi di dollari (in un’ipotetica quotazione in borsa) e ha 500milioni di utenti, ogni utente vale 100 dollari. Più o meno l’ordine di grandezza dovrebbe esserci, anche se certamente sottostimato. Questi 100 dollari, visto che l’utente di FB non paga nulla, da dove arrivano? E soprattutto: dove vanno?
Buona riflessione.