Un commentatore de Ilfattoquotidiano si è stufato di segnalare errori al giornale e di prendere scarpate.
Allora ha aperto un blog:
Da consultare.
(Ci sono emozioni forti e linguaggio diretto.)
Un commentatore de Ilfattoquotidiano si è stufato di segnalare errori al giornale e di prendere scarpate.
Allora ha aperto un blog:
Da consultare.
(Ci sono emozioni forti e linguaggio diretto.)
Il Fatto Quotidiano lancia le proprie primarie via web per le elezioni prossime venture. Idea molto bella, molto 2.0, molto democratica, molto tutto. Assolutamente inutile. Scrivere la prima fesseria che passa in mente è facilissimo. Una sola persona può scrivere mille suggerimenti. Riservato solo a chi ha il web (ricordiamo che vota anche chi non naviga). Non si raccoglie un soldo per la campagna elettorale.
Le vere primarie sono cosa difficile, a quelle telematiche non siamo ancora pronti.
Oggi posso dire la mia. Sono tre giorni che leggo sfoglio il nuovo quotidiano di Padellaro e posso dire che non mi convince. Ha ottimi punti a suo vantaggio: poca pubblicità, nessun finanziamento pubblico, giornalisti in gamba, articoli interessanti, notizie “inedite” e altro ancora. Ha qualche problemino di grafica (e di grammatica) ma nulla di rilevante, a mio parere. Avevo anche grandi aspettative, eppure l’amore a prima vista non è scoppiato. Anzi, l’entusiasmo mi si è congelato, dal primo numero.
Illustrerò la mia impressione solo attraverso due particolari del primo numero, disponibile per tutti.
INDAGATO LETTA
Da 10 mesi. E nessuno ne parla
Perché scrivere “E nessuno ne parla”? Il lettore de Il fatto proviene dalla Rete, direttamente o indirettamente, visto che solo lì se ne è parlato prima dell’uscita. Si aspetta notizie inedite o poco “battute”. Perché sottolineare una cosa ovvia?
Tre (!) pagine sulla nascita del giornale e su quanto è bello il giornale. Tre pagine dove non si parla d’altro del successo dell’iniziativa, di quanto sono giuste le loro idee sull’informazione, di quanto sono stati oscurati (no, dico, da quando la concorrenza ti fa pubblicità?), eccetera. Per carità, tutte cose vere, ma di solito chi ha veramente ragione e chi fa veramente cose interessanti non ha bisogno di ripeterselo: l’evidenza è già dalla sua parte. Che non sia così per Il Fatto? Spero proprio di no, ma sono cose che raffreddano.
La conclusione che traggo è che Il Fatto “se la tira troppo” come si dice in gergo. Io diffido sempre da chi “se la tira”, soprattutto quando non ha (ancora) dimostrato di poterselo permettere.
Inoltre dovrebbe, per i miei gusti, stare più “sul pezzo” e divagare meno su quello che fanno (o non fanno) e dicono (o non dicono) gli altri. Il conflitto di interesse ammorba tutta l’informazione italiana, non c’è bisogno che ci sia ricordato ogni tre per due. Il piano della P2 ormai lo abbiamo scritto nel DNA, non c’è bisogno di conoscerlo. Che dimostrino, quelli de Il Fatto, che sia possibile agire diversamente. Che c’è ancora spazio economico, sociale e informativo per qualcosa di diverso. Che lo dimostrino con i fatti, appunto, e non con il loro orgoglio.
Altro non ho da dire, per ora. Auguro a Il Fatto lunga vita e prosperità. Io sarò sicuramente un suo lettore, anche se occasionale.
PS: della presunta faziosità de Il Fatto non mi interesso. I giornali migliori sono tutti “di parte”: è la passione per le idee che muove l’uomo. Faccio notare che i giornali peggiori sono quelli che non hanno nessuna idea per cui parteggiare, se non quella dei soldi e del potere.
Aggiornamento 28/09/2009:
In realtà “Nessuno ne parla” è “uno giornale poco conosciuto ne parla“. Sembra un’inezia, ma essere precisi su queste cose fa la differenza (del mio finanziamento all’impresa di Padellaro). Speriamo che sia solo una svista iniziale.