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Musica!

giovedì 28 settembre 2017

Bellissima, la sonata e la pianista.
Sul canale altri video anche in 4K.

Beethoven – Moonlight Sonata no 14 op 27
Anastasia Huppmann

L’era dell’abbondanza e la mancanza di desiderio

domenica 20 agosto 2017

In questi giorni di caldo ferragostano ho ceduto al lato oscuro della forza e mi sono iscritto a spotify, giusto per curiosità. In pochi click ho ascoltato una nuova autrice segnalata da Lacomizietta e mi sono risentito The Joshua Tree, che ho il vinile ma è rovinato. Tutto molto bello, ottima qualità del suono, pubblicità sopportabile.

A questo punto ho propinato un piccolo comizio alla Comizietta, cosa che non ha disdegnato, perché ho raccontato il com’ero, il com’eravamo noi, solo pochissimi anni fa.

Pochissimi anni fa non era possibile portarsi a spasso un catalogo sconfinato di musica. La musica non era subito disponibile. Se volevi sentire un album dovevi alzare le chiappe dal divano e andare in giro per negozi. Ricordo una ricerca durata mesi di un CD di Roberto Gatto, che avevo sentito live, per poi scoprire che non mi piaceva. (Avevo scoperto che la musica dal vivo era meglio di quella registrata.) Una volta acquistato l’album dovevi metterlo nell’apposito lettore. Poi dovevi alzarti a girare il vinile, la cassetta o a cambiare CD.
La musica portatile era di bassa qualità. In auto, chi aveva l’autoradio, aveva decine di cassette, che a volte si rompevano, si deformavano col caldo, il nastro si attorcigliava, si consumava da quante volte veniva ascoltato.
La musica era pesante e finita. Quanti LP potevi avere in casa? 10? 100? 1000? Meno di spotify o di qualsiasi altro servizio di streaming, sicuramente.
La musica non era portatile come la intendiamo oggi, almeno fino alla metà degli anni ’80, con i primi walkman. (Papi, ma come era grande un walkman?)

Succedeva quindi che una volta raggiunto l’agognato supporto, questo veniva utilizzato al meglio. Ricopiato su cassetta, chi poteva, e ascoltato per intero, senza interruzioni o salti. Un album lo si imparava a memoria, quasi.

Questa facilità di fruizione vale ormai non solo per la musica, ma anche per i video (film o documentari o altro che siano) e i libri. Oggi tutto è a portata di click. Ascoltiamo di tutto, leggiamo di tutto, ma non ci appartiene nulla. Questi servizi, a meno di attività al limite del legale, non permettono di avere in mano nulla di duraturo in casa nostra. Nulla che possa superare una generazione e spesso neanche un cambio di hardware. Nulla che possa durare oltre il pagamento del nostro servizio o dell’attività commerciale del fornitore di turno.

A fronte di questi cambiamenti tecnologici e di fruizione, ormai irreversibili e tutto sommato buoni (tanto al prossimo cambio di tecnologia avremo altri problemi), è scomparso il desiderio profondo per un libro, un disco, un film. Una scomparsa che vedo molto più duratura dei servizi di streaming, perché ha a che fare con l’abbondanza e questa non penso possa diminuire, a meno di una guerra atomica, ma allora i problemi saranno altri. Una nuova cantante con un nuovo album? Due click su wwwpensacitu e ce l’hai. Ti piacciono solo due canzoni dell’artista? Ma perché mai sentire altro? Non dobbiamo nemmeno sforzarci di scoprire nuovi interessi, frequentando altre case o persone o magari semplicemente un altro blog: ogni servizio di streaming o di vendita ci propone il brano successivo. Come possiamo desiderare ardentemente di leggere o ascoltare qualcosa di nuovo se non dobbiamo fare nulla per usufruirne? Se non ne sentiamo la mancanza?

Io spero che le nuove generazioni siano capaci ancora di desiderare, di scoprire nuovi autori, nuove musiche non solo seguendo suggerimenti automatici. Che sapranno usare lo sconfinato mondo di sapere che avranno a portata di mano in modo più saggio di noi adulti a cavallo di due ere tecnologiche.

Addendum: Un mio post di tre anni fa: Giradischi.

Pubblicità

Serendipità

venerdì 8 Maggio 2015

Nel socialino che sto frequentando in questi giorni ho fatto due scoperte casuali che penso sarebbero state impossibili senza questo mezzo di collaborazione.

La prima riguarda un film che vidi tantissimi anni fa, sicuramente più di venti, in una di quelle folle visioni che Enrico Ghezzi faceva passare su Rai3 ad ore assurde. La rubrica si chiamava Fuori Orario, non a caso. Era un film per me vagamente incomprensibile, in lingua inglese, con donne molto formose che facevano cose assurde in mezzo ad un deserto. Iniziai la visione del film che era già cominciato e non so se arrivai alla fine, vista l’ora. Colpì molto la mia immaginazione, ma fino ad oggi non ho mai saputo il titolo del film, né l’ho più rivisto. Sarebbe stato anche difficile fare una ricerca in proposito. Bene, un post di Liala su frenf.it e la mia curiosità su quanto da lei segnalato, mi ha fatto scoprire il titolo del film, fra l’altro molto famoso fra gli intenditori. Trattasi di Faster, Pussycat! Kill! Kill! che potete trovare anche sul Tubo.

Altro post, altra scoperta. Su frenf.it si salta molto spesso di palo in frasca e il cazzeggio la fa da padrone. Ma, se si ha la pazienza di ascoltare, si impara sempre qualcosa. In questo caso senape, il padrone di casa, smoccolava contro Facebook, sport ormai consolidato da quelle parti. Prima citazione di Elio e le storie tese. Liala fa i collegamenti necessari con Dyulmano Dyulbero (coro femminile di voci bulgare) e io scopro che l’incipit di quel brano è lo stesso di una sigla di Avanzi del 1992!

Sono piccole cose, molto personali, però scoprirle dà molta soddisfazione.

Aggiornamento 09/05/2015:

Da quanto ho scoperto pochi minuti fa, è più probabile che gli autori di Avanzi abbiano preso spunto da una canzone di Elio e le storie tese, Pipppero® i quali, a loro volta, hanno preso spunto dai canti popolari bulgari.

Segnalo che il profilo di LialaDalTerzoMillennio è privato.

Tirare la corda

domenica 11 gennaio 2015

Non sarà la pirateria ad uccidere il mercato musicale. Si ucciderà da solo.

Da ZeusNews:

L’autoradio dell’auto a noleggio infrange il copyright?
È la tesi delle case discografiche.

Dove si racconta di alcuni aspetti della Svezia che ricordano l’Italia.

All About That Space

venerdì 12 dicembre 2014

Paolo Attivissimo segnala una video molto divertente fatto dai giovani lavoratori della NASA:

Su Attivissimo potete leggere la trascrizione del testo di Sarah Schlieder.

La musica è ripresa da All About That Bass di Meghan Trainor:

L’indispensabile /60

martedì 2 dicembre 2014

Dovevo fare cifra tonda. All’inizio avevo pensato alla fine del mondo. Fate voi…

Leggendo i commenti sul post di oggi di Servitevi da Soli, sono approdato a questo oggetto assolutamente indispensabile nella vita moderna:

15 accessori stravaganti per iPhone: Il porta carta igienica musicale
di Tom’s Hardware

Un singolare che è un plurale. Di cose indispensabili ce ne sono 15 nel link che vi ho dato.

Onde e materia

sabato 15 novembre 2014

Che forma ha un’onda sonora?

Questa:

Altri video di Nigel Stanford qui.

(Via eDUe)

Le vacanze /1

mercoledì 20 agosto 2014

Quanti luoghi comuni si leggono nel cyberspazio? Quante frasi ad effetto senza nessuna utilità o verità vengono sfornate ogni giorno? Paolo Longarini dice:

Gli uomini non ballano. Non si muovono a tempo. Essi sono statici.

Uno sorride, dice è vero, io non ballo mai! e l’unica volta che ho ballato era per stare insieme a lei. Stronzate?

Certo, la propria esperienza personale non può assurgere a statistica, però colpisce l’immaginario e ci fa dire quello che diciamo.

In campeggio, in Toscana (=tanti tedeschi), quest’anno, abbiamo assistito alla baby dance. Un crimine contro l’umanità perpetrato da ragazzi in cerca di guadagni estivi per pagarsi gli studi o in attesa di un lavoro come si deve. Su venti bambini che ballavano ho contato 18 bambine e 2 bambini. Ad assisterli solo mamme. Un caso?

Poi ad agosto siamo stati nelle Marche. Altra regione, due mesi di distanza. Altri bambini (=assenti i tedeschi). Concerto rock nella piazza del paese. Per mio padre un Crimine contro la Musica, ma nessuno era lì aspettandosi Riccardo Muti e l’acustica della Scala di Milano.

In prima fila una decina di bambine. I bambini/ragazzi assenti. Gli unici che hanno sgambettato sono state loro, insieme a qualche sorella più grande e qualche mamma. Papà e fratelli assenti. Qualcuno si è intravisto alla fine delle esibizioni, più per correre dietro a qualche gonnella che per ballare.

Per quanto mi riguarda non ballo per un semplice motivo. Sono l’Enrico Ghezzi della danza. Sono fuori sincrono. Ho la grazia e la plasticità di paracarro. La musica dice valzer e io dico rock. Non è vero. Ballo un altro valzer, quello che ho in testa. Senza sapere nemmeno come si balla un valzer, ovviamente. Evito di pestare i piedi al prossimo, quindi.

Ballerei, se proprio fossi obbligato, solo per fare impietosire una Lei che mi interessa, nella speranza di solleticare il suo lato crocerossina. Mai accaduto che si impietosisse alcuna.

A casa a volte ballo. Da solo. Metto su Shakira e ballo Laura Pausini. O viceversa. Stando quasi fermo, come un paracarro.

Musica in HD

mercoledì 29 gennaio 2014

Un mio collego mi ha informato che esistono siti web che vendono musica in alta definizione (HD). La qualità più scarsa che vendono è quella del cd audio, con il campionamento a 44,1 kHz / 16 bit. (Ovviamente più sono alti quei due numeri, maggiore è la qualità audio.). Per alcuni album si arriva a 196 kHz/24 bit, il resto sta nel mezzo. In altre parole vi vendono la traccia master, quella usata abitualmente per fare tutte le copie in commercio.

I prezzi non sono bassi, ma abbordabili, fra i 12$ e i 30$ per album. La scelta è ancora scarsa, ma immagino in rapido aumento. Niente DRM, e ciò è cosa buona e giusta.

E per sentire queste traccie? Vi consiglio di scaricarle in formato FLAC, un formato audio compresso senza perdita di qualità, sviluppato con licenza BSD/GNU. VLC, tanto per provare sul vostro pc, ve lo legge senza problemi. Poi, se fate una ricerca su s. Google, trovate tutto l’hardware che vi serve, anche per maniaci di hi fi.

A questo punto, visto che le capacità dei lettori sarà sempre maggiore, quanto durerà il formato mp3? E dei dischi in vinile che ci facciamo?

Prima di congedarvi, alcuni link:

FindMusic, motore di ricerca dedicato alla musica in alta definizione.

Alcuni store:
HD tracks
HIGH RES AUDIO
Linn Records (anche mp3)
Qobuz

L’indispensabile /44

giovedì 17 ottobre 2013

Un giorno di tanti anni fa aiutavo mio padre nel suo laboratorio tutto fare del box. Maniaco della radio da sempre (Radio 3, ovviamente), anche quel giorno era accesa e trasmetteva un programma che si occupava delle ricadute terapeutiche della musica: “E ora mettiamo la sonata pincopallino, musica che aiuterà a calmare le ansie e le preoccupazioni.”

A mio padre il lavoro non stava venendo affatto bene. Era nervosissimo. Dopo pochi minuti di musica rilassante: “E spegni quella @#! di radio che mi innervosisce!” Lui, che tutto quello che trasmette radio 3 è Cosa Santa e Giusta.

Ricordato l’aneddoto, auguro buona fortuna agli inventori dell’ultimo gadget (da ZeusNews):

Da Microsoft le cuffie che scelgono le canzoni in base all’umore
Septimu e Musical Heart interpretano i segnali del corpo e scelgono sempre la musica più adatta.